Milano - Certe volte la routine prende il sopravvento e la voglia di cambiare orizzonti può afferrare direttamente alla gola; e capita anche che un’idea si dilati fino a trasformarsi in un’affascinante avventura. Come successo a Ilario Lavarra, 35enne milanese laureato in Economia, animo inquieto e appassionatissimo vespista, che all’origine aveva ipotizzato il suo viaggio come un semplice Milano-Capo Nord-Portogallo.
POI, COME SI SA, L’APPETITO VIEN MANGIANDO - Specialmente vero per un globetrotter recidivo con già 85mila chilometri e 18 mesi ininterrotti di esplorazioni a due ruote. La sete d’avventura, il forte richiamo della strada, soprattutto quel bisogno - quasi fisiologico in Lavarra - di conoscere il mondo, hanno avuto il sopravvento. Il progetto iniziale s’è quindi dilatato in un raid planetario di tre anni e 150mila chilometri. Anche a scapito di mollare tutto il resto. Un pellegrinaggio dello spirito, più che un’impresa vagamente sportiva. Il titolo scelto, infatti, la dice lunga: “Le Grand Tour”, come i grandi viaggi dei poeti romantici del settecento.