Kawasaki Versys1100 SE: viaggiare in business!

Avete voglia di crossover stradale? Kawasaki ha la risposta, con la Versys che diventa 1100 e si conferma una moto divertente da guidare. Una tourer potente, ricca nella dotazione e confortevole: fatta per girare il mondo
Kawasaki Versys1100 SE: viaggiare in business!
di Alessandro Codognesi - InMoto
7 min

Moto di sostanza, affidabili e in grado di soddisfare il motociclista nel lungo periodo. E la Versys, in tutte le sue varianti e cilindrate, raggiunge questo risultato. La crossover giapponese, in questa sua ultima evoluzione, diventa 1100 alla ricerca di maggiore spinta ai bassi e medi regimi, cioè quelli che in strada sono i più utilizzati. I tecnici si sono sporcati parecchio le mani per trovare più potenza e coppia ma senza intaccare l’erogazione pastosa e melliflua che da sempre contraddistingue il motore di questa moto. Il risultato? 135 CV a 9.000 giri (prima 120) e 112 Nm (prima 102). Certo, non si tratta di una rivoluzione, ma il nuovo propulsore è praticamente sempre superiore, a qualunque regime.

 

 

CARATTERISTICHE

Ci sono anche modifiche più di dettaglio. Abbiamo un quickshifter migliorato negli innesti e ora capace di cambiare a 1.500 giri (prima 2.500). Sul manubrio compare una presa USB-C. Confermato il pacchetto elettronico, comprensivo di piattaforma inerziale, riding mode (tre più uno completamente customizzabile), mappe motore, ABS cornering, quickshifter, cornering lights, cruise control e anche le manopole riscaldabili. Per la sola SE ci sono anche le sospensioni semi-attive Showa con tecnologia Skyhook, che ovviamente si autoregolano in base al riding mode selezionato (ma volendo sono completamente regolabili). Non manca la strumentazione mista analogico-digitale, col piccolo schermo TFT molto chiaro e luminoso. Confermata anche la ciclistica, telaio doppio trave in alluminio e sospensioni a lunga escursione, mentre arriva un disco freno posteriore dal diametro maggiore (260 mm, prima 250). Il peso è di 257 kg per la S, 259 kg la SE. Entrambi in ordine di marcia, entrambi senza valigie. Non poco.

 

 

MOTO DA… CROCIERA

La Versys non è mai stata una moto aggraziata, ma comunque coerente con il resto della gamma. Ogni dettaglio è realizzato con estrema cura: viti fuori posto o plastiche posticce non sono pervenute. Peccato solo per la nuova presa USB, che sarà anche funzionale ma, inserita in un contesto di assoluta qualità, è decisamente fuori posto. Alzare la moto dal cavalletto richiede uno sforzo ragionevole (si ringrazia la sella a 840 mm, volendo a 820) e una volta a bordo ci si trova al comando di una nave da crociera. La sella somiglia al bracciolo di un sofà per quanto è imbottita e lascia tantissima libertà di movimento. Le braccia trovano naturalmente il manubrio, posto a una buona altezza. La strumentazione è minuta ma si consulta con semplicità. Abbiamo, inoltre, una sontuosa sella sdoppiata e un plexiglass (quello della SE in particolare) ampio e molto protettivo. Come molto protettivo è anche il serbatoio nei confronti delle gambe (oltre a non presentare spigoli). Ci si trova subito a proprio agio, coccolati da un ambiente accogliente e provvisto di ogni comfort. Il suo bilanciamento è superlativo: l’imponente massa di oltre 260 kg (con le valigie) è ben mascherata e le manovre a bassa velocità si affrontano senza patemi. Il ride-by-wire contribuisce parecchio: la gestione del gas è certosina, anche nelle piccole aperture, anche in mappa Sport, e simula con coerenza la precisione di un comando a cavo. La frenata ha un attacco dolce e le sospensioni semi-attive digeriscono qualunque genere di ostacolo. Un plus di questa moto in effetti sono proprio le sospensioni semi-attive. Filtrano, lavorano e si adattano a qualunque situazione, senza mai restituire al pilota una sensazione artefatta. Nonostante la loro lunga escursione, le sospensioni assecondano a dovere anche la guida arrembante, alzando bandiera bianca solo quando si pretende di guidare come su una vera sportiva.

 

 

LA PROVA

Non è una crossover tutta muscoli, è invece più simile a una granturismo rialzata. Un comportamento ben assecondato dal motore: il 4 cilindri ha forza da vendere ma eroga la coppia in maniera fluida e regolare. Dai 4.000 ai 6.000 giri c’è tutto quello che serve per godere su strada. I rapporti allungati poi le hanno fatto bene, specialmente in ottica turismo a lungo raggio: in sesta a 5.000 giri si viaggia a 130 km/h, col motore ancora sonnacchioso. L’elettronica che lo tiene a bada è più conservativa che sportiva: anche su Sport, il controllo di trazione privilegia la sicurezza più che la trazione. Il taglio però non è brusco e permette di divertirsi senza pensieri. Vibrazioni? Non pervenute. A fine prova ci sono un paio di appunti sul taccuino: la frenata è molto modulabile e poi il plexi, che protegge bene ed è regolabile, ma soltanto agendo su due manopole che avvitano e svitano le guide. Un comando da azionare con una sola mano, ci sarebbe stato a pennello. Chi oggi cerca una crossover super confortevole, con un motore potente ma allo stesso tempo dolce ed elastico, non può che rivolgersi a lei. C’è anche il prezzo invitante: si parte da 15.490 euro per la S, 17.590 per la SE: niente male.

 

 

 

 

 

 

 


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