MV Agusta: ecco la Dragster RR

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Dopo aver lanciato l'immagine dello splendido cerchio a raggi che ha incuriosito appassionati e addetti ai lavori e che ha attirato l'attenzione sul Marchio (nonostante la sua assenza) nei giorni de Salone di Parigi)  La sigla RR, fino a oggi riservata alle migliori realizzazioni MV Agusta con motore 4 cilindri, irrompe nella gamma dei tre in linea. Lo fa con Brutale 800 Dragster RR. Con questa moto, la Casa di Schiranna estremizza il concetto di “bruciasemafori” rilanciato con la Brutale Dragster 800, moto che ha un solo obiettivo: scaricare tutti i cavalli sull’asfalto. Con la Brutale 800 Dragster RR, MV si è spinta oltre. Più cavalli. Più elettronica. E un look ancora più aggressivo. Come ogni RR, anche Dragster “deve” offrire qualcosa in più. Derivata dal tre cilindri che equipaggia Brutale 800 e Brutale Dragster 800, la più recente evoluzione del tre cilindri sprigiona 140 cv e tocca regimi da Superbike (potenza massima a 13.100 giri, superati i quali entra il limitatore), simili alla sorella da pista F3 800. Questi numeri sono possibili  anche grazie all’airbox completamente ridisegnato e all’impianto di scarico ottimizzato e migliorato nel rendimento. Cambia, soprattutto, l’impianto di iniezione elettronica, che sfrutta un evoluto sistema dotato di sei iniettori e cresce anche la coppia, che passa da 81 a 86 Nm. Tra le "chicche" il nuovo tendicatena idraulico, che migliora la silenziosità e l’affidabilità del motore e il cambio estraibile derivato dalle competizioni.  

l sistema integrato di iniezione-accensione MVICS (Motor & Vehicle Integrated Control System) è giunto alla seconda generazione ed è caratterizzato da quattro mappe sempre più efficienti e puntuali: tre di queste propongono una combinazione di parametri predefinita (Sport, Normal e Rain); la Custom può essere impostata dal pilota intervenendo su parametri come risposta motore, limitatore di giri, risposta della coppia motore, sensibilità del comando gas, freno motore. Non mancano anche il controllo di trazione su otto livelli, disinseribile e dotato di mappature specifiche per questo modello e il Quickshifter EAS 2.0 che assicura cambiate rapidissime senza azionare la frizione. Il sistema è completo di “downshifter”, che assiste anche in scalata. La frizione, infine, è antisaltellamento. L’interasse misura 1.380 mm mentre la sezione degli pneumatici è immutata rispetto alla Dragster, con il posteriore Pirelli Diablo Rosso II da 200 mm con spalla 50. Il telaio è l'ormai classico traliccio di tubi in acciaio ALS integrato con piastre in lega leggera di alluminio nella zona posteriore di fulcro del monobraccio. Una scelta che permette di fissare il peso sui 168 kg.

Il reparto sospensioni è arricchito dall’ammortizzatore di sterzo, siglato CRC e regolabile. La forcella Marzocchi è dotata di steli rovesciati di 43 mm di diametro in alluminio con trattamento DLC (Diamond Like Carbon) sulle canne, più leggeri e ancora più belli da vedere grazie all’anodizzazione rossa. L'escursione è di 125 mm, la stessa dell’am-mortizzatore Sachs vincolato al monobraccio. Le pedane sono ergonomiche come sulla Dragster standard e vantano i paratacchi personalizzati. L’impianto frenante Brembo, completo di ABS, è caratterizzato da una coppia di dischi anteriori flottanti da 320 mm di diametro con pinze a quattro pistoncini e dal disco posteriore da 220 mm con pinza a doppio pistoncino. Nuovi gli originali cerchi a raggi (bianchi o neri a seconda della vernice dominante), le grafiche dedicate e la finitura particolarmente curata, con l’apporto di numerosi strati di vernice. Disponibile in due colorazioni (rosso e bianco e rosso e nero) sarà sul mercato a 16.290 euro.

 

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