24 Ore Le Mans: Bonanomi, l'italiano che può vincere

Tra i piloti dello squadrone Audi Sport anche un italiano, Marco Bonanomi, pronto a prendersi la rivincita dopo la gara sfortunata del 2014.
24 Ore Le Mans: Bonanomi, l'italiano che può vincere
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di Francesco Colla

LE MANS - La lunga strada verso Le Mans passa per le piste da sci. Sì perché da buon lecchese Marco Buonanomi è partito con le racchette poi, a vent'anni è rimasto folgorato dalla dea Velocità. Ovviamente per caso, grazie a un amico sciatore che gli fece provare un kart. Così a 13 anni Marco butta alle ortiche un futuro da professionista delle discese per lanciarsi nel motorsport.

Tanta gavetta, come tutti e poi il salto: a vent'anni arriva secondo nelle Formula 3000 Euro Series e dopo qualche anno nei monomarca Renault viene notato da Audi Sport che prima gli affida il doppio ruolo di pilota e collaudatore. Ora eccolo qui ad affrontare la Mulsanne per la terza volta, con in valigia il podio del 2012 e la voglia di riscattarsi dopo la sfortuna dello scorso anno, quando dopo soli 25 giri venne centrato dalla Ferrari di Sam Bird. Niente di rotto ma la gara delle gare finisce subito. Adesso è nuovamente pronto alla sfida, dividendo la R18 e-tron numero 9 col portoghese Filipe Albuquerque e il tedesco René Rast.

E quest'anno da battere non ci saranno solo i colleghi del team Audi, ma anche i "cugini" di Porsche tornati prepotentemente alla ribalta nel mondiale Endurance. Marco non sembra però troppo preoccupato: "Hanno un grande potenziale. Chiaramente, nella prestazione sul giro secco sono davanti a noi. Poi bisognerà vedere sul passo gara, che è dove ci siamo concentrati maggiormente. A Le Mans sono tante le variabili, bisognerà vedere anche la velocità massima. Le Porsche guadagnano tantissimo in uscita di curva, però poi quando siamo oltre i 270 o 280 all’ora, spero che saremo leggermente davanti noi”. E a lui tocca l'onore e il brivido della partenza: sesti in qualifica lui e i suoi avranno 24 ore per cercare di superare le altre due Audi e le tre Porsche. Senza che non si mettano in mezzo le Toyota, anche se il lombardo non le teme più di tanto: "Da quello che ho visto credo che sia la squadra con meno sviluppi". O le Rebellion. E con l'incognita meteo e tutte le altre variabili della gara più bella e imprevedibile del mondo. 


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