Villas Boas, dalla panchina del Chelsea al Dakar Rally

Lo "Special Two" portoghese sta correndo su una Toyota Hilux la 40esima edizione della Dakar: "Un sogno che inseguo da tempo"
Villas Boas, dalla panchina del Chelsea al Dakar Rally© Francois Flamand / DPPI
Francesco Colla
2 min

ROMA – La lista dei personaggi famosi che negli anni ha ceduto al fascino terribile della Dakar è lunghissima. Dal recentemente scomparso cantante francese Johnny Hallyday fino alla Principessa Carolina di Monaco. Senza dimenticare il nostro Renato Pozzetto. O i calciatori, come i nazionali francesi Raymond Kopa e Michel Hidalgo. 

Quest’anno, alla partenza della 40esima edizione del rally raid più famoso del mondo, c’era un altro nome famoso del pallone, il portoghese Andre Villas Boas. Lo “Special Two” ha vinto l’Europa League nel 2011 sulla panchina del Porto, prima di trasferirsi al Chelsea, poi al Tottenham e infine a Shanghai. E che ora sembra in procinto di tornare in Inghilterra

Ma prima l'avventura sognata fin da bambino, per merito dello zio Pedro, che partecipò alla Dakar nei primi anni ‘80. “Penso alla Dakar da anni – ha dichiarato Villas Boas prima dello start di Lima -, le corse sono nel sangue della mia famiglia e il mio sogno era di correre alla Dakar. E il fatto che la 40esima edizione coincida con i miei 40 anni mi ha fatto decidere che era arrivato il momento”. 

Inizialmente Villas Boas avrebbe voluto correre nella categoria moto, su una Ktm come lo zio. Un’impresa che avrebbe richiesto un anno di preparazione. Così il tecnico portoghese ha optato per le auto, dividendo l’abitacolo della Toyota Hilux numero 346 del team Overdrive (lo stesso del campione Nasser Al Attiyah) con l’esperto connazionale Ruben Faria, che ha già corso numerose edizioni del rally in moto. 

Preparandosi ad affrontare i quasi 9 mila km di percorso tra Perù, Bolivia e Argentina, Villas Boas aveva commentato: Oltre alle dune mi spaventa la fatica. Sono più abituato a far correre gli altri che correre in prima persona. E ovviamente la Dakar è totalmente differente dal calcio. Il mio primo obiettivo è arrivare al traguardo”. Intanto ha compiuto il primo passo, completando la prima tappa in 42esima posizione. Boa sorte. 


© RIPRODUZIONE RISERVATA