Toyota Aygo, la terza serie è green

Due opzioni per la nuova generazione della citycar giapponese: full electric oppure, più semplicemente, "elettrificarsi" per migliorare le emissioni e restare competitiva sul fattore prezzo nel segmento A
Toyota Aygo, la terza serie è green
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Toyota scommette su Aygo, sulla citycar intesa ancora nelle forme tradizionali, punta a un progetto per la terza e inedita generazione condiviso nello sviluppo e produzione con il Gruppo PSA, assemblato nell’impianto ceco di Kolin, accanto a Citroen C1 e Peugeot 108.

Una partnership nata a inizio anni Duemila ed evolutasi in modelli che hanno prodotto due generazioni. Dal 2021 l’impianto verrà rilevato dalla casa nipponica, il gruppo PSA uscirà dalla joint venture. Così, una terza serie di Toyota Aygo si preannuncia all’insegna del “io ballo da sola”.

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EV UNA VIA POSSIBILE

Quale specialità? Dovrà essere necessariamente elettrificata, stando alle parole dell’a.d. Toyota Europe Van Zyl. Per una citycar è impensabile rischiare di restare esclusa dal proprio habitat naturale, così anche un’opzione di Aygo elettrica ha una sua credibilità per superare barriere normative future nei centri urbani.

Certo è che, in un segmento nel quale la partita ruota tutta intorno al fattore prezzo e dai margini di guadagno minimi, essere competitivi con grandi volumi – il 2019 di Aygo è in positivo in Europa, in controtendenza con quanto avviene per C1 e 108 – ricorrendo a un progetto elettrico appare quantomai ostico.

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SCENARIO MILD HYBRID

Potrebbe configurarsi una soluzione alternativa, favorita anche dalla media delle emissioni di Co2 della gamma Toyota: un ibrido leggero, caratterizzato dall’economicità della tecnologia e in grado di migliorare le emissioni di Co2 quanto basta per continuare a offrire una citycar con motore termico e una quota soft di elettrificazione.

È vero come Toyota non abbia una tecnologia mild-hybrid nella propria disponibilità, specializzata com’è sul full-hybrid e con un’attenzione crescente verso l’elettrico. Tuttavia, non va dimenticata la collaborazione annunciata a fine marzo 2019 con Suzuki, che l’ibrido “soft” - lo starter-generatore a supporto del motore benzina - lo ha in casa e lo applica con successo nel segmento A, su Ignis. Prospettive future.


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