Francesco Mandelli: 'Amo la Ferrari e le vecchie Honda'

Francesco Colla
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ROMA -  Nonostante sia un personaggio fisso della nostra vita televisiva fin dai tempi dei pomeriggi su MTV, non conoscevamo la passione per i motori di Francesco Mandelli, alias il Nongio, alias il “solito idiota” che da anni massacra il collega Biggio a colpi di “Dai c@zzo!”. Tutto nasce da una recente foto (vedi gallery) che lo ritrae a Sanremo appollaiato sul cofano di una Jeep Renegade. Un’occhiata al suo profilo twitter e scopri che il Mandelli, nato a Osnago nel’79, è un ferrarista di quelli veri, con tanto di sacre reliquie fotografiche, dove il giovane Nongio (anche lui lo è stato) impugna fiero il volante della Rossa numero 27 di Villeneuve a Monza. A quel punto la curiosità è diventata tanta e l’intervista d’obbligo. Lo abbiamo intercettato tra un spostamento e l’altro e nonostante la frenetica attività post Sanremo, la promozione del suo primo romanzo Osnangeles e del nuovo film La solita commedia – Inferno, in uscita il 19 marzo, ci ha concesso una lunga chiacchierata.  


Prima VJ, poi comico e ora scrittore e cantante. Raccontaci di Sanremo.
Sono sincero quando dico che è stata un’esperienza fantastica. E’ stato veramente bellissimo. Perché Sanremo non è solo una kermesse canora, è un momento in cui tutta l’Italia si unisce. Un po’ come per i Mondiali di calcio. E io e Biggio ci sentivamo un po’ come una di quelle squadre dell’Oceania che approdano al Mondiale in mezzo alle grandi. Non siamo cantanti, anche se suono in un gruppo da quando ho undici anni, era bello già il fatto di essere lì.


A proposito di Mondiali, so che la tua vera passione è il Mondiale di Formula 1, da dove nasce?
Come tutte le mie passioni viene da mio padre, che già a quattro o cinque anni mi portava a Monza a vedere la Formula 1. Lì ho avuto la fortuna, ad esempio, di farmi fotografare con Elio De Angelis, un grande pilota vero, molto sfortunato. Perché nello sport ci appassioniamo più agli uomini che alle gesta. Come a Villeneuve, che è una leggenda anche se non ha mai vinto un mondiale. Da bambino veniva organizzato un raduno di Ferrari a Osnago, il mio paese di origine e lì sono potuto salire a bordo della Ferrari di Gilles: da lì è nata la mia passione smodata per le Rosse.  Quando posso vado a vedere i Gran Premi e sono sempre in contatto con Cigarini, un tecnico della Scuderia Ferrari che mi tiene costantemente aggiornato sui test. La Formula 1 non potrebbe esistere senza la Ferrari e ogni anno è una sfida a lei.


Qual è il campione Ferrari che più ti è rimasto nel cuore?
Ti sembrerà strano forse, ma è Jean Alesì. Era arrivato alla Ferrari in un periodaccio, in un momento di crisi e io lo tifavo anche se non vinceva. Mi ricordo quando vinse il suo primo Gran Premio in Canada, io e miei amici eravamo tutti a casa mia ed esultammo come se avessimo vinto i mondiali.


Ti piacciono anche le moto?
Certo. Seguo la MotoGP, vado sempre al Mugello a vedere la gara e normalmente giro in sella a una Honda 400 vintage. Non è una moto alla moda, una di quelle café racer che vanno adesso, è una moto onesta, adatta a me, belle in quanto tutta originale. Un pezzo da conservare insomma. 
Stai anche promuovendo un libro, Osnangeles…
Sì è la crasi tra Osnago e Los Angeles, la città di provincia dove sono nato e la città del cinema e delle stelle, che conosco bene e amo molto. E’ un libro molto diverso dai miei personaggi: c’è ironia, ma anche amarezza e una punta di acidità. Era tanto tempo che mi chiedevano di scrivere qualcosa, ma non volevo che fosse uno dei soliti libri di barzellette. Qui ho potuto esprimere dei lati di me che non posso mettere in tv al cinema, perché magari la gente non ha voglia di vederle. 

Almeno per quanto riguarda le tappe sembra tu stia ripercorrendo la carriera di Faletti.
Usti! (ride Ndr). Beh io spero di fare un decimo di quello che ha fatto Faletti, magari, è un esempio col quale sono cresciuto.


Il prossimo film?
Si intitola La solita commedia – Inferno, è una rivisitazione dell’Inferno Dantesco in chiave moderna, con Dio che manda Dante sulla terra a portare un po’ di ordine tra i peccatori. Ma non sarà sulla falsariga de I soliti idioti, ci avevano chiesto di farne un altro, ma temevamo potesse essere sfilacciato, non volevamo spremere troppo i personaggi e abbiamo deciso di fermarci.

Suonare davanti al tutto esaurito a Wembley, vincere un GP di Formula 1, o un Oscar. Cosa sceglieresti?
Scelta difficile, ma anche se come ti dicevo non penso di avere un grande talento la mia vera passione è la musica. Scelgo Wembley.

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