Alba e Langhe, scoprendo l’arte del gusto

Sulle colline a sud di Alba, immersi tra vigneti, castelli, vino e tartufi. Per un viaggio all’insegna del relax e dell’eccellenza enogastronomica
Alba e Langhe, scoprendo l’arte del gusto
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Scoprire le Langhe significa immergersi in un trionfo di profumi e sapori travolgenti. Significa lanciarsi in una delle mete più adatte per un tour enogastronomico tra antichi borghi, castelli e tantissimi pendii coltivati a vite capaci anche di conquistare un ambito posto nella anche nella World Heritage List dell’Unesco. Eppure già nell’antichità c’era chi come Plino il Vecchio aveva intuito le potenzialità di questo magnifico territorio e raccontava che questi terreni erano adatti a coltivare la vite, soprattutto nei dintorni di Alba e a Pollenzo, uniche due città di origine romana.

E proprio Alba, capitale delle Langhe, è il punto di partenza di un itinerario che tocca i più rinomati borghi del territorio e consente di godere del paesaggio, con più di una sosta golosa. La città, che ogni anno in autunno ospita la prestigiosa Fiera internazionale del tartufo bianco di Alba (la cui novantesima edizione è stata annunciata per il prossimo ottobre), ha un centro storico dove passeggiare tra palazzi patrizi, strade medievali, chiese e piazze che si perdono nei secoli.

Usciti dal centro e imboccata la Provinciale 3 in direzione di Barolo, la prima tappa è al Castello di Grinzane Cavour, dove Camillo Benso, che vi soggiornò tra il 1832 e il 1849, periodo in cui fu sindaco del piccolo comune, ha ancora un letto e una stanza e dove si può ammirare il cinquecentesco soffitto a cassettoni con 157 tavolette dipinte. Alcune sale sono dedicate al Museo etnografico, che ospita rari oggetti dell’enogastronomia locale. A pianoterra si apre l'Enoteca regionale piemontese, vetrina prestigiosa dei migliori vini e grappe della regione, mentre ai tavoli del ristorante Al Castello, allestiti per la stagione nella corte, si assapora la cucina di confine dello chef stellato Marc Lanteri.

Tornati sulla Provinciale, poco dopo il bivio per La Morra, merita una deviazione la Cappella delle Brunate, dove una piccola chiesetta mai consacrata, un tempo riparo per i vendemmiatori, è stata dipinta da due artisti di fama internazionale. L'inglese David Tremlett a metà degli anni Novanta ha dipinto l'interno, mentre l'americano Sol LeWitt ha trasformato l'esterno con i suoi famosi wall painting.

Si prosegue quindi fino a Barolo, dove ha sede, nelle antiche cantine del Castello, la prestigiosa Enoteca regionale del Barolo, con il Museo del Vino e, accanto, l’originale Museo dei Cavatappi, con una collezione di ben 1400 esemplari.

Il punto più a sud dell’itinerario è Dogliani, patria del Dolcetto. Ponte tra la Langa del Barolo e l’Alta Langa, sulle colline care a Cesare Pavese e Beppe Fenoglio, mantiene ancora oggi la fisionomia urbanistica delle origini, con il Borgo, situato sul fondovalle accanto all’alveo del torrente Rea, e il Castello, in posizione più elevata.

Ma per vedere il più affascinante dei castelli di Langa bisogna passare, sulla via del ritorno, da Serralunga d'Alba, dove si eleva una fortezza costruita nel 1300 e considerata tra gli esempi meglio conservati dei quel periodo. Appena fuori dal paese, la tenuta di Fontanafredda con la Casa di Caccia della Bela Rosin, alcova d’amore di Vittorio Emanuele II e Rosa Vercellana, diventata poi contessa di Mirafiori e moglie morganatica del re.


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