Aquileia, la Storia e i suoi tesori

La città friulana, vecchia roccaforte imperiale romana e sito Unesco, conserva straordinari mosaici, perfettamente conservati, e una basilica meravigliosa
Aquileia, la Storia e i suoi tesori
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Per decidere di compiere un viaggio in Friuli, come motivazione basterebbe la Basilica di Aquileia. Con i suoi straordinari mosaici pavimentali, la Cripta degli Affreschi e quella degli Scavi sintetizza la storia e la grandezza quella che fu considerata una seconda capitale dell’Impero Romano e che, nonostante sia stata distrutta da Attila, conserva testimonianze archeologiche tra le più ricche del nord Italia.

Fondata nel 313 dal vescovo Teodoro, la Basilica Patriarcale dedicata a Santa Maria Assunta è famosa soprattutto per i preziosi mosaici che ne ricoprono l’intero pavimento, corrispondente all’aula meridionale del complesso originario. Realizzati con minuscole tessere multicolore e nere per dare rilievo alle figure, raffigurano persone, animali, natura e scene religiose, tra cui la storia biblica del profeta Giona. All’antica aula settentrionale corrisponde invece l’attuale Cripta degli Scavi, autentico scrigno di tesori, con resti e mosaici, perfettamente conservati, che risalgono a quattro epoche diverse. Sotto al presbiterio si apre la Cripta degli Affreschi, interamente decorata con immagini del XII secolo.

A fianco della basilica si trovano il campanile, alto 70 metri ed eretto nel 1031, e il Battistero del IV secolo con la Südhalle, l’aula meridionale, il cui nome tedesco risale alla fine dell’Ottocento, quando fu scoperta dagli austriaci. Dopo un lungo periodo di chiusura, un nuovo allestimento offre oggi ai visitatori un affascinante percorso alla scoperta dei mosaici, perfettamente restaurati, che ne ricoprono il pavimento.

Completano l’esplorazione di Aquileia romana, la visita al Foro, di cui sono ancora visibili una parte del colonnato e dei portici, e la magnifica passeggiata lungo la Via Sacra, viale realizzato durante gli scavi del 1934, verde e costeggiato da cipressi, che parte dal retro della Basilica e raggiunge l’antico porto fluviale sul fiume Natissa, oggi poco più che un rivolo. All’esterno delle mura cittadine, come era usanza, il Sepolcreto, con are, sarcofagi, iscrizioni e statue, i cui originali sono custoditi al Museo Archeologico Nazionale.


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