Opel a PSA per 2,2 miliardi: è ufficiale

Il Gruppo francese ha ufficializzato l'acquisizione da GM dei marchi Opel e Vauxhall
Opel a PSA per 2,2 miliardi: è ufficiale
Pasquale Di Santillo
5 min

GINEVRA. Ci volevano le macchine e un terzo attore americano, per mettere d’accordo tedeschi e francesi, storicamente poco inclini a viaggiare a braccetto su tutto. Di buon mattino a Parigi, la stretta di mano tra Mary Barra, CEO di GM e Carlos Tavares, n.1 del gruppo PSA (Peugeot-Citroen-DS) ha sancito l’acquisizione di Opel e Vauxhall (la consorella inglese) da parte dei francesi per la modica somma di 2,2 miliardi, così suddivise: 1,32 miliardi per l'azienda (e) automobilistica e 450 milioni per il 50% di Opel Bank. Il restante 50% della banca verrà rilevato da Bnp Paribas, per arrivare al valore complessivo dell'operazione di 2,2 miliardi. Il completamento dell'operazione è previsto entro la fine del 2017 e richiederà l'approvazione dei sindacati e delle varie autorità antitrust. Una mossa che come già noto realizza il secondo gruppo automobilistico europeo - dietro Volkswagen -. Un colosso da 4,3 milioni di auto vendute (come da numeri 2016) e che può tranquillamente puntare a quota 5.

NUMERI E PAROLE. Ma i numeri ancora più importanti sono quelli che riguardano le perdite che GM taglia d’un colpo: 257 milioni dollari nel 2016 e 15 miliardi in ben 15 anni. Mentre PSA punta ad un ritorno agli utili di Opel/Vauxhall nei prossimi tre anni, con un «margine operativo del 2% entro il 2020 e del 6% entro il 2026». «Siamo fiduciosi nella significativa accelerazione del risanamento di Opel/Vauxhall con il nostro sostegno, nel rispetto degli impegni assunti da GM verso i dipendenti - dice in una nota Tavares, tornando a fornire tutte le garanzie ai lavoratori di Germania e Gran Bretagna, dopo le rassicurazioni dei giorni scorsi. L'accordo per l'acquisto di Opel da parte di PSA è una «vittoria per tutti gli azionisti», un «successo di lungo termin», aggiunge la Barra, in conferenza stampa a Parigi. «Insieme saremo più forti, i risultati finanziari sono molto migliorati negli ultimi anni. Ed è chiaro che si tornerà agli utili». Nei piani di PSA, l’acquisto di Opel vale 1,7 miliardi di euro l'anno a regime (entro il 2026) di cui 1,1 miliardi entro il 2020, mentre il costo delle misure di ristrutturazione è stimato in 1,6 miliardi. In fondo, parliamo del sogno realizzato di Tavares che dopo aver risanato i conti di PSA, passando in tre anni da un rosso pesante ad utili per 2 miliardi, ora vede la possibilità di portare il Gruppo francese a livelli ancora più alti. Peugeot-Opel potrà contare su 28 stabilimenti nel Vecchio continente (15 di assemblaggio) e un totale di 125mila dipendenti nel solo settore auto europeo.

I TERMINI. GM finanzierà i fondi pensionistici di Opel per oltre 3 miliardi di euro, superando uno degli scogli più ardui della trattativa.Insomma, alla fine sarà GM ad aver pagato 800 milioni a PSA per essersi presa Opel… PSA comunque potrà continuare a vendere modelli Opel sviluppati da GM ma solo nei mercati attualmente “coperti” da Opel e Vauxhall, di fatto in Europa e senza pagare royalties. Le vendite di auto a marchio Opel fuori dall'Europa saranno ammesse progressivamente che le vetture stesse saranno basate su piattaforme Peugeot, già a cominciare dalla Crossland X, il crossover medio che Opel lancia al Salone di Ginevra.

TORINO VIVE. Nell’accordo annunciato a Parigi c’è un riferimento preciso al centro di ricerca sui motori diesel che General Motors possiede a Torino, eredità della rottura del patto con Fiat nel 2005. Il centro powertrain rimarrà infatti a GM e non verrà ceduto a Peugeot. Dan Ammann, n,2 del gruppo americano ha infatti spiegato: «Il centro di Torino svilupperà i diesel per le attività di GM su scala globale e continuerà a lavorare anche per Opel e Vauxhall con dei contratti di fornitura». A Torino, insomma continueranno a lavorare i circa 600 ingegneri impiegati.

CONSEGUENZE. Pensare che si sia realizzato un qualcosa avviato, stoppato e ora definito, solo cinque anni fa, dovrebbe essere il miglior viatico per portare avanti l’altra partnership in rampa di lancio, quella cioè tra GM, rimasta di fatto senza mercato europeo e FCA. Marchionne aspetta e spera. Forse.


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