
L’Europa ha avviato il dialogo strategico sull’industria dell’auto, un tavolo dove politica, industria, e parti sociali hanno iniziato un profondo confronto che ha l’obiettivo di trovare le soluzioni alla crisi del settore che, ricordiamo, per il Vecchio Continente vale circa l’8% del PIL e da lavoro a più di 13 milioni di persone. «L’industria automobilistica europea si trova in un momento cruciale e riconosciamo le sfi de che deve aff rontare. Ecco perché stiamo agendo rapidamente per aff rontarle. La domanda fondamentale a cui dobbiamo rispondere insieme è cosa ci manca ancora per liberare il potere innovativo delle nostre aziende e garantire un settore automobilistico solido e sostenibile», ha dichiarato la presidente dell’Unione Europea, Ursula von der Leyen.
IL PIANO
I lavori confl uiranno in un Piano d’azione che verrà presentato il 5 marzo che, oltre a risolvere rapidamente la questione delle multe legate alle emissioni di Co2 delle Case, un incubo da 15 miliardi di euro di sanzioni complessive che i Costruttori rischiano di pagare, dovrà stabilire come cambiare la strategia del phase-out europeo che ha ancora in vigore il divieto di vendere auto nuove a combustione a partire dal 2035. Come noto, c’è voluta la crisi per aprire gli occhi all’UE e passare dal dogma del tutto elettrico al pragmatismo della neutralità tecnologica con la prima apertura ai carburanti sintetici: «Lo stop ai motori endotermici dal 2035 – ha già dichiarato von der Leyen – richiederà un approccio neutrale dal punto di vista della tecnologia, in cui gli e-fuel e l’elettrico avranno le stesse chance. È importante sia attenersi agli obiettivi, sia che la tecnologia sia neutra». Ma questa non dovrebbe essere l’unica strada. Sebbene non ci sia ancora nulla di uffi ciale, infatti, secondo le indiscrezioni raccolte dal quotidiano tedesco Der Spiegel, si potrebbe aprire uno spiraglio che salvi l’endotermico a patto che sia ibrido plug-in o range exteder. È una mediazione portata avanti da Eckart von Kalenden, ex ministro tedesco della cancelliera Merkel, ora responsabile del dipartimento “Affari esteri globali e politiche pubbliche” di Mercedes, praticamente un po’ un ministro degli Esteri della Stella. La Casa di Stoccarda, dunque, da quando il suo ad Kallenius è stato nominato presidente dell’ACEA, l’associazione che raccoglie i maggiori Costruttori europei, avrebbe iniziato il lavoro diplomatico nel trovare soluzioni alternative che permetterebbero all’industria europea di rimanere competitiva salvando i motori a benzina e Diesel purché abbinati a sistemi elettrici ricaricabili. Quello che manca, però, sono ancora i fatti.