Roma, già in vigore lo stop ai Diesel Euro 3 in centro

La misura interessa 230mila veicoli. Previste multe molto salate
Roma, già in vigore lo stop ai Diesel Euro 3 in centro
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Stop ai Diesel Euro 3 nel centro di Roma. Dal 1° novembre questi veicoli non possono più circolare nell’anello ferroviario dal lunedì al venerdì, 24 ore su 24. Le uniche eccezioni riguardano le categorie normalmente escluse dalle limitazioni al traffico. Potranno così circolare ad esempio i veicoli muniti di contrassegno disabili, i carri attrezzi, i mezzi di pronto intervento per acqua, luce, gas, telefono e semafori, le auto dei medici o che partecipano a cortei funebri.

Diverso il discorso per i veicoli adibiti al trasporto merci: fino al 31 marzo 2020 il divieto sarà in vigore dal lunedì al venerdì solo nelle fasce orarie 7:30-10:30 e 16:30-20:30. In caso di violazioni, sono previste multe salate (si va da 168 a 679 euro), con sospensione della patente da 15 a 30 giorni in caso di recidiva entro due anni. 

Cambiamento

Si tratta di una vera e propria svolta epocale, che dovrebbe anche alleggerire il traffico nella parte più congestionata e inquinata della città. L’anello ferroviario, infatti, è più ampio della ZTL Centro, visto che ingloba ad esempio i quartieri di Monteverde, Gianicolense, Prati, Vittoria, Flaminio, Nomentano, Tiburtino e San Giovanni. Le vetture interessate dal divieto, infatti, secondo i dati ACI sono circa 230mila, immatricolate tra il 2001 e il 2005, che vanno così ad aggiungersi a quelle ancora più vecchie (Pre-Euro1, Euro1 ed Euro2) che ancora oggi ammontano a 376mila.

La misura è stata annunciata a febbraio dalla sindaca Virginia Raggi e poi presa ufficialmente dalla Giunta capitolina il 10 maggio scorso con una delibera, forse la più importante tra quelle che hanno anticipato il Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) adottato ad agosto. Tutto nasce da una procedura d’infrazione aperta nel 2015 dall’Unione europea nei confronti dell’Italia per il superamento in alcune aree, tra cui appunto la Capitale, dei valori limite di biossido di azoto, una delle sostanze più inquinanti e pericolose, emessa principalmente dai motori diesel. Ancora quest’anno, secondo l’Arpa Lazio, quasi tutte le centraline della città hanno rilevato una media superiore alla soglia di 20 microgrammi al metro cubo stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con punte del doppio in alcune zone. D’altra parte, è stata la stessa UE a suggerire, per il rientro nei limiti di legge, di vietare la circolazione dei veicoli diesel. Si è mossa così prima la Regione Lazio, che nel 2018 ha concluso un accordo col Ministero dell’Ambiente per il miglioramento della qualità dell’aria nel suo territorio, e poi il Comune di Roma.

Futuro

Il divieto entrato in vigore il 1° novembre (e accompagnato da una capillare campagna di informazione) si pone così nel solco di una serie di impegni assunti dall’Amministrazione capitolina anche a livello internazionale. Già due anni fa, aderendo al Patto dei sindaci per l’energia e il clima, Roma Capitale ha annunciato l’intenzione di ridurre del 40 per cento le emissioni entro il 2030 nel proprio territorio. Da lì in avanti l’asticella si è sempre più alzata: e così dal 2025 saranno acquistati solo mezzi pubblici elettrici, entro il 2030 sarà realizzata un’area urbana a zero emissioni, fino alla misura che sicuramente impatterà maggiormente sulle abitudini dei romani e di cui il divieto delle ultime settimane è solo un’anticipazione, ossia il divieto di circolazione di tutti i veicoli diesel nel centro storico a partire dal 2024.


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