Lo show sulla Nuvola di Audi Q2 #Untaggable

Sul palco dell’auditorium della Nuvola di Fuskas hanno sfilato talenti assoluti ricche di creatività ed esperienze che hanno trasferito alla platea dei presenti.
Lo show sulla Nuvola di Audi Q2 #Untaggable
Pasquale Di Santillo
3 min
Cosa c’è di più indefinito, non etichettabile, classificabile di una nuvola? Forse solo l’anima. Magari non sarà il posto ideale dove impiantare un laboratorio, ma se la Nuvola in questione è la geniale (per quanto contestata) interpretazione dell’architetto Massimiliano Fuskas. E il laboratorio è quello delle idee di Audi appena trasferito da Milano a Roma, allora sì, la Nuvola all’Eur, al debutto come centro Congressi con i suoi imponenti spazi - 55.000metri quadrati - è riuscita perfettamente a dare il senso del messaggio che ormai da qualche anno la Casa dei quattro Anelli insiste a passare. L’ideale avanguardia concettuale per poi sviluppare sul binario accanto, parallelo ma trasversale, il lancio delle sue vetture sempre più moderne, futuribili, all’avanguardia della tecnologia, appunto.
 
DEBUTTO ROMANO. E al debutto romano della nuvola e della campagna #untaggable knowledge, preludio del lancio italiano dell’Audi Q2 il baby SUV dalle dimensioni “cittadine” (previsto in questi giorni), c’era davvero la folla dei grandi eventi martedì sera a Roma. Più di 1200 invitati per la prima serata che poi verrà trasmessa su Sky proprio per dare un senso a questa ricerca, a questa analisi sperimentale di una società in continuo cambiamento - esattamente come l’industria dell’automotive - per una serata “diversa” non etichettabile appunto grazie al racconto delle esperienze personali e professionali di personaggi dell’economia, della cultura dell’imprenditoria e dello sport che hanno catturato l’attenzione del pubblico per due di show grazie anche alla voce di Francesco Pannofino come oratore e Alessandro Cattelan nelle vesti di presentatore.
 
ESPERIENZA CROSSOVER. Sul palco dell’auditorium della Nuvola di Fuskas hanno sfilato talenti assoluti ricche di creatività ed esperienze che hanno trasferito alla platea della Nuvola. Da Riccardo Donadon, fondatore di H-Farm, all’imprenditore Andrea Guerra; da Franco Perone (Bkmg) al direttore creativo della maison Valentino, Piepaolo Piccioli da Nettuno, fino alla coppia Gabriele Mainetti (regista) e Claudio Santamaria (attore) protagonisti ognuno nel proprio ruolo “Lo chiamavano Jeeg Robot”  che ha raccolto ben sette premi ai David di Donatello 2016. E se Mainetti e Santamaria hanno strappato applausi raccontando la faticosa costruzione del film (“ho impiegato 6 anni per trovare un produttore che lo finanziasse” ha detto il regista) le autentiche protagoniste della serata sono state Flavia Pennetta e Bebe Vio.

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