Osservatorio mobilità: le parole di Tavares pesano sul diktat UE

Mentre il 2035 rimane inesorabilmente come il termine ultimo per produrre atuomobili solo elettriche, il capo di Stellantis si chiede come sia possibile per i suoi 14 marchi investire nell'elettrico e nella realizzazione di motori termici Euro 7
Osservatorio mobilità: le parole di Tavares pesano sul diktat UE© ANSA
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La comunicazione delle Case auto è cambiata in questi anni. Oggi si comunica soltanto che l’elettrico che è caro ed è un prodotto di nicchia. La comunicazione dei prodotti per il cliente medio che è ben oltre il 50% del mercato è raro vederla. Questa scelta è sorprendente, come se si volesse ribadire con forza, che non c’è alternativa all’elettrico. Poi, quando si esamina la realtà del mercato le indicazioni sono totalmente opposte. Tanto è vero che, per il momento, le vetture tradizionali occupano più della metà del mercato e l’elettrico in discesa non raggiunge il 4%. Viene spontaneo chiedersi quale sarà la soluzione. Riusciranno veramente i costruttori a produrre vetture elettriche a buon mercato con batterie più leggere, durature e con autonomia ben oltre i 500 chilometri? Si riuscirà poi a risolvere in pochi anni il tema dell’infrastruttura e installare punti di ricarica rapida a volontà, così da togliere l’ansia dell’autonomia?

Difficile ipotizzarlo, ma sembra che la decisione del 2035 tutto elettrico sia irreversibile. Il capo di Stellantis pochi giorni fa ha sollevato tutti i problemi e le perplessità che conosciamo, relativamente all’elettrico, e tuttavia è costretto dall’attuale situazione a programmarne la produzione per i suoi 14 Marchi. Ha anche detto che non si può investire sull’elettrico ed allo stesso tempo spendere soldi per produrre i motori tradizionali ad emissioni Euro 7. Parole pragmatiche e di buon senso che si spera vengano riprese con forza da altri costruttori. Nel frattempo, i mercati europei languono e i cinesi stanno affinando le armi per sbarcare in Europa e impossessarsi della classe media degli automobilisti del nostro Continente. Si chiede un intervento della politica per porre rimedio a questa situazione ma non si nota alcun segnale benché minimo di risposta. Bruxelles è ferma e granitica nella sua posizione, almeno finora.


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