
La comunicazione delle Case auto è cambiata in questi anni. Oggi si comunica soltanto che l’elettrico che è caro ed è un prodotto di nicchia. La comunicazione dei prodotti per il cliente medio che è ben oltre il 50% del mercato è raro vederla. Questa scelta è sorprendente, come se si volesse ribadire con forza, che non c’è alternativa all’elettrico. Poi, quando si esamina la realtà del mercato le indicazioni sono totalmente opposte. Tanto è vero che, per il momento, le vetture tradizionali occupano più della metà del mercato e l’elettrico in discesa non raggiunge il 4%. Viene spontaneo chiedersi quale sarà la soluzione. Riusciranno veramente i costruttori a produrre vetture elettriche a buon mercato con batterie più leggere, durature e con autonomia ben oltre i 500 chilometri? Si riuscirà poi a risolvere in pochi anni il tema dell’infrastruttura e installare punti di ricarica rapida a volontà, così da togliere l’ansia dell’autonomia?
Difficile ipotizzarlo, ma sembra che la decisione del 2035 tutto elettrico sia irreversibile. Il capo di Stellantis pochi giorni fa ha sollevato tutti i problemi e le perplessità che conosciamo, relativamente all’elettrico, e tuttavia è costretto dall’attuale situazione a programmarne la produzione per i suoi 14 Marchi. Ha anche detto che non si può investire sull’elettrico ed allo stesso tempo spendere soldi per produrre i motori tradizionali ad emissioni Euro 7. Parole pragmatiche e di buon senso che si spera vengano riprese con forza da altri costruttori. Nel frattempo, i mercati europei languono e i cinesi stanno affinando le armi per sbarcare in Europa e impossessarsi della classe media degli automobilisti del nostro Continente. Si chiede un intervento della politica per porre rimedio a questa situazione ma non si nota alcun segnale benché minimo di risposta. Bruxelles è ferma e granitica nella sua posizione, almeno finora.