Tre quarti dell’anno sono alle spalle e il mercato dell’auto rimane appiattito sostanzialmente sui livelli bassi del 2023 e circa un 20% in meno rispetto il 2019. Quello che non funziona è la strategia delle principali Case europee, che stanno gradualmente abbandonando il segmento delle automobili piccole, si sono tuffati senza rete nel mare dell’elettrico e hanno aumentato i prezzi a dismisura. Non è per niente questo il percorso da fare, anche per la riduzione del CO2. Quest’anno l’UE ha fissato in 95 grammi per chilometro il livello medio delle nuove vetture immatricolate, oltre il quale si pagano penali molto salate. Le Case, chi più chi meno, stanno spingendo le immatricolazioni delle vetture ibride con la spina che abbassano di molto la media delle emissioni. Per dare un’idea della difficoltà per raggiungere l’obiettivo, in Italia siamo fermi da parecchio a circa 120 grammi per chilometro in media. Quello che si nota è una grande confusione strategica tra quasi tutti i Costruttori europei, mentre gli orientali, giapponesi, coreani e presto i cinesi, affrontano il mercato europeo con una strategia concreta e pragmatica. Il comportamento degli americani è differente, si sono ritirati nei loro confini e hanno sostanzialmente abbandonato l’Europa. Se poi andiamo più in dettaglio, notiamo che la Fiat continua a perdere volumi.
È triste ma se continua questo trend, la Fiat fra qualche anno sparirà dal mercato. Circa due terzi delle vendite Fiat sono della Panda, ma le emissioni sono oltre i 110 grammi a chilometro con un obiettivo europeo a calare di 95 grammi nel 2025. In questo quadro l’attuale Panda non ha futuro e con sé la Fiat che non sarà più il brand più venduto nel nostro Paese. Il cervello della Fiat non è più a Torino ma a Parigi e la sensibilità verso questo tema non sembra avere prodotto riscontri industriali concreti. Queste riflessioni non sono del romanticismo inutile, che tuttavia non sarebbe fuori luogo, ma la constatazione che la strategia di abbandonare le vetture piccole, da sempre terreno di grande competenza Fiat, senza trovare delle adeguate soluzioni in linea con i tempi e con le esigenze del tradizionale cliente medio, mette in evidenza la debolezza delle strategie attuali.