Addio a Andrea De Cesaris, il campione sfortunato

Veloce, irruento, coraggioso, ha combattuto per ben 14 stagioni sui circuiti di tutto il mondo al fianco di campioni come Lauda, Prost e Senna. L'ex pilota di Formula 1 è deceduto in un incidente stradale sul Grande Raccordo Anulare a Roma.
Addio a Andrea De Cesaris, il campione sfortunato
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Andrea De Crasheris l’aveva soprannominato la stampa britannica, a causa dei suoi numerosi e spettacolari incidenti collezionati in ben 208 Gran Premi di Formula 1 dal 1980 al 1994. Ma i fan italiani lo ricordano più come Mandingo, per il successo con le belle donne, la faccia sfrontata e il fisico atletico. Tante scuderie, dall’Alfa Romeo, fino alla Tyrrell e alla Jordan, passando per la Dallara e la Minardi, con cui conquistò cinque podi e il record di ritiri, ben 148. Andrea De Cesaris ha perso la vita sul Grande Raccordo Anulare ieri pomeriggio, mentre viaggiava in sella alla sua Suzuki 600. Avrebbe, secondo le prime ricostruzioni, perso il controllo della moto, andandosi a schiantare contro il guardrail. Uscire illeso da decine di incidenti a velocità spaventosa per poi perdere la vita in una domenica qualunque. Anzi, nella domenica di Suzuka, dove Jules Bianchi si schianta con la Marussia sotto una ruspa e ora versa in condizioni critiche.

Romano, classe 1959, inizia sui kart da ragazzino. Prima campione italiano, poi europeo di categoria, fa tutta la gavetta nelle serie minori fino al debutto nel circus. Era il 1980 e a soli 21 anni è il pilota più giovane della Formula 1: l’esordio su Alfa Romeo, a sostituire Vittorio Brambilla, nel penultimo GP della stagione, a Montreal, casa di Gilles Villeneuve. L’anno successivo viene ingaggiato dalla McLaren, che crede nelle doti di questo “rookie” velocissimo ma forse troppo irruento, che regala emozioni ma sfascia macchine a ripetizione. 14 stagioni al fianco di piloti come Lauda, Prost e Senna. Coraggio, cuore e grinta da vendere, ma nessuna vittoria. Terminata l’avventura con le monoposto si dedica agli sport acquatici, compra una seconda casa alle Hawaii e si cimenta con la tavola da surf sfidando onde mastodontiche. Una vita al massimo. 
 

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