Mercedes Classe B Electric Drive, green revolution
Il nostro viaggio a Palo Alto, dove nasce la nuova tedesca che arriverà in Italia a fine 2014 a un prezzo contenuto entro i 40 mila euro: 200 km di autonomia dichiarata e potenza di 177 cavalli.
Dall'inviato
Pasquale Di Santillo
PALO ALTO - La strada sale in un bosco fitto di sequoie mentre la nebbia della prima mattinata non si decide a lasciar spazio al sole. La Mercedes Classe B, elettrica dalle sembianze di auto normale, viaggia in silenzio in questo panorama quasi spettrale. Dal grigio tenue, all’improvviso, spunta un cartello stradale, colore verde. E dice tutto: Mountain View. La città delle favole, meglio, dei miracoli. Il bunker eco-tecnologico dove il nuovo mondo ha collocato passato, presente e soprattutto futuro. La capitale del regno di Google, Silicon Valley, California, Contea di Santa Clara. L’ombelico dell’universo del terzo millennio, uno dei lati, i più importante di un immaginario - e un po’ sghembo - quadrilatero che passa per Cupertino (sede di Apple), si sposta a Menlo Park (Facebook) per tornare a Palo Alto da dove siamo partiti, la culla di HP (Hewlett&Packard), Tesla, la factory americana di auto elettriche, e dove nel 2013 la Daimler ha spostato il suo Centro di Ricerca e Sviluppo. Tutto in una manciata di chilometri. Perché nella Silicon Valley, la parte meridionale della San Francisco Bay, la tecnologia non è solo motivo di lavoro per oltre 100.000 persone e 7.000 imprese, tra cui anche Oracle, You Tube, Yahoo, Intel, ebay, Microsoft. L’hi-tech qui è una filosofia di vita, come gli hippie anni 60 e il rock del decennio successivo. Il posto giusto dove far nascere idee nuove o, alla peggio, allearsi, confrontarsi, scambiarsi progetti e tecnologie, appunto. Da una simile densità di moderna “intellighenzia” non potevano non scaturire cultura ed esperienze capaci di portare un colosso come Mercedes a vincere, dominare nell’attuale Mondiale di Formula 1, cinque vittorie su cinque. Con la prospettiva - poco allettante, per i rivali - di dover assistere a un monologo del marchio della Stella per tutta la stagione.
LA SCINTILLA ELETTRICA E’ difficile collegare i tre piani della palazzina a vetri di Mercedes a Sunnyvale, con i suoi 160 giovanissimi ingegneri (età media sotto i 35 anni), a una supremazia sportiva come quella pronta ad un’altra verifica (conferma?) domenica a Montecarlo. Per quanto non visibile, il legame è intenso, quasi cerebrale. E nasce nel 2009 quando la Casa di Stoccarda decide di rilevare il 4,5% del capitale di Tesla Motor, la start-up americana fondata nel 2003 dal giovane genio Elon Musk e dai “genitori” di Google, Brin e Page. Tesla è sull’orlo dell’abisso e si salva grazie ad un prestito del governo Usa (465 milioni di dollari) e al socio tedesco. Mercedes ha bisogno di tecnologia sostenibile, leggi batterie elettriche e motori elettrici, i beni di cui più è dotata Tesla. In cambio offre tutta la sua esperienza nel costruire le macchine (evidente il contributo negli interni della Model S) e denaro fresco per portare avanti bilanci e progetti.
Dal matrimonio di interessi nascono la Smart elettrica, un numero limitatissimo di Classe A e la prima Mercedes tutta “verde”, la Classe B appunto. Che si mimetizza, confonde con le “elettriche” ampiamente diffuse in California, lo stato più ecosostenibile della terra con i suoi incentivi e i suoi investimenti, tra attuali postazioni di ricarica elettriche e quelle futuribili a idrogeno (2015). Sulle highway e le freeway, Nissan Leaf, Tesla Model S, Chevrolet Volt, il Golden State è davvero un altro mondo. Ma la Classe B rappresenta il tentativo riuscito di fare un’auto elettrica identica a una tradizionale, con un architettura pensata proprio quattro anni fa, contestualmente all’accordo con Tesla. Utilizzando la piattaforma della Classe B comune a Rastatt. Motore anteriore, elegante come quella normale, silenziosa come solo le elettriche sanno essere. Batteria sistemata dal sedile del pilota a quello del passeggero posteriore grazie a un rialzo di 30 millimetri (8 anni di garanzia). Sarà in vendita negli States da giugno, in Europa a ottobre, in Italia a fine anno a non oltre 40.000 euro, con autonomia dichiarata di 200 km, grazie a svariati sistemi di recupero di energia.
LA SCOMMESSA DEL FUTURO Ed è proprio a Palo Alto che si gioca l’attuale battaglia per l’ottimizzazione del motore elettrico, l’opzione vincente, in attesa che la partnership con Tesla regali batterie di nuova generazione e sistemi di ricarica ancora più veloci. La tecnologia che consente ad Hamilton e Rosberg di avere un vantaggio considerevole sulla concorrenza si basa tutta sullo sfruttamento corretto dell’energia prodotta dal motore elettrico, che poi, nel caso della F.1 viene abbinato a un motore termico. Non a caso, da Sunnyvale a uno degli altri nove cervelli pulsanti di Mercedes Benz sparsi in tutto il mondo (3 negli Stati Uniti, 1 in India, Giappone e Cina, 3 in Germania) la parola d’ordine è “massimo sfruttamento”. Quello che conta, però, è il come: a bordo della Classe B, scendendo da Mountain View, gli scenari che si manifestano sono tre. Quello tradizionale, utilizzando con i piedi il freno; l’altro, un po’ più innovativo, con i comandi al volante e infine quello rivoluzionario, automatico, grazie a un sistema radar. Nella Classe B, tutto questo vale un recupero massimo del 15% dell’energia. Ma avete idea di cosa significa trasportare questa tecnologia nel mondo supersonico della F.1? Tanto più che Mercedes, proprio dalla F.1 ha mutuato una sperimentazione già effettuata su vetture ibride relativa a una tecnologia che “legge” la strada. E consente al motore di prevedere e quindi gestire, limitandola al massimo, la dispersione di energia proveniente dal sistema di recupero. Un simile patrimonio di partenza aiuterebbe chiunque in una competizione, sportiva o meno. Ma per non avere dubbi o correre rischi su dove va il mondo, motori annessi, Mercedes ha scelto di restare nel cuore della trasformazione, cercando collaborazioni con chi il futuro lo sta scrivendo, da Apple in su. Nella Silicon Valley viene facile portarsi avanti, anticipare le tendenze, soprattutto se la tecnologia che regala trionfi in F.1 non confligge con le sequoie, anzi, le tutela.
© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di News motoriPasquale Di Santillo
PALO ALTO - La strada sale in un bosco fitto di sequoie mentre la nebbia della prima mattinata non si decide a lasciar spazio al sole. La Mercedes Classe B, elettrica dalle sembianze di auto normale, viaggia in silenzio in questo panorama quasi spettrale. Dal grigio tenue, all’improvviso, spunta un cartello stradale, colore verde. E dice tutto: Mountain View. La città delle favole, meglio, dei miracoli. Il bunker eco-tecnologico dove il nuovo mondo ha collocato passato, presente e soprattutto futuro. La capitale del regno di Google, Silicon Valley, California, Contea di Santa Clara. L’ombelico dell’universo del terzo millennio, uno dei lati, i più importante di un immaginario - e un po’ sghembo - quadrilatero che passa per Cupertino (sede di Apple), si sposta a Menlo Park (Facebook) per tornare a Palo Alto da dove siamo partiti, la culla di HP (Hewlett&Packard), Tesla, la factory americana di auto elettriche, e dove nel 2013 la Daimler ha spostato il suo Centro di Ricerca e Sviluppo. Tutto in una manciata di chilometri. Perché nella Silicon Valley, la parte meridionale della San Francisco Bay, la tecnologia non è solo motivo di lavoro per oltre 100.000 persone e 7.000 imprese, tra cui anche Oracle, You Tube, Yahoo, Intel, ebay, Microsoft. L’hi-tech qui è una filosofia di vita, come gli hippie anni 60 e il rock del decennio successivo. Il posto giusto dove far nascere idee nuove o, alla peggio, allearsi, confrontarsi, scambiarsi progetti e tecnologie, appunto. Da una simile densità di moderna “intellighenzia” non potevano non scaturire cultura ed esperienze capaci di portare un colosso come Mercedes a vincere, dominare nell’attuale Mondiale di Formula 1, cinque vittorie su cinque. Con la prospettiva - poco allettante, per i rivali - di dover assistere a un monologo del marchio della Stella per tutta la stagione.
LA SCINTILLA ELETTRICA E’ difficile collegare i tre piani della palazzina a vetri di Mercedes a Sunnyvale, con i suoi 160 giovanissimi ingegneri (età media sotto i 35 anni), a una supremazia sportiva come quella pronta ad un’altra verifica (conferma?) domenica a Montecarlo. Per quanto non visibile, il legame è intenso, quasi cerebrale. E nasce nel 2009 quando la Casa di Stoccarda decide di rilevare il 4,5% del capitale di Tesla Motor, la start-up americana fondata nel 2003 dal giovane genio Elon Musk e dai “genitori” di Google, Brin e Page. Tesla è sull’orlo dell’abisso e si salva grazie ad un prestito del governo Usa (465 milioni di dollari) e al socio tedesco. Mercedes ha bisogno di tecnologia sostenibile, leggi batterie elettriche e motori elettrici, i beni di cui più è dotata Tesla. In cambio offre tutta la sua esperienza nel costruire le macchine (evidente il contributo negli interni della Model S) e denaro fresco per portare avanti bilanci e progetti.
Dal matrimonio di interessi nascono la Smart elettrica, un numero limitatissimo di Classe A e la prima Mercedes tutta “verde”, la Classe B appunto. Che si mimetizza, confonde con le “elettriche” ampiamente diffuse in California, lo stato più ecosostenibile della terra con i suoi incentivi e i suoi investimenti, tra attuali postazioni di ricarica elettriche e quelle futuribili a idrogeno (2015). Sulle highway e le freeway, Nissan Leaf, Tesla Model S, Chevrolet Volt, il Golden State è davvero un altro mondo. Ma la Classe B rappresenta il tentativo riuscito di fare un’auto elettrica identica a una tradizionale, con un architettura pensata proprio quattro anni fa, contestualmente all’accordo con Tesla. Utilizzando la piattaforma della Classe B comune a Rastatt. Motore anteriore, elegante come quella normale, silenziosa come solo le elettriche sanno essere. Batteria sistemata dal sedile del pilota a quello del passeggero posteriore grazie a un rialzo di 30 millimetri (8 anni di garanzia). Sarà in vendita negli States da giugno, in Europa a ottobre, in Italia a fine anno a non oltre 40.000 euro, con autonomia dichiarata di 200 km, grazie a svariati sistemi di recupero di energia.
LA SCOMMESSA DEL FUTURO Ed è proprio a Palo Alto che si gioca l’attuale battaglia per l’ottimizzazione del motore elettrico, l’opzione vincente, in attesa che la partnership con Tesla regali batterie di nuova generazione e sistemi di ricarica ancora più veloci. La tecnologia che consente ad Hamilton e Rosberg di avere un vantaggio considerevole sulla concorrenza si basa tutta sullo sfruttamento corretto dell’energia prodotta dal motore elettrico, che poi, nel caso della F.1 viene abbinato a un motore termico. Non a caso, da Sunnyvale a uno degli altri nove cervelli pulsanti di Mercedes Benz sparsi in tutto il mondo (3 negli Stati Uniti, 1 in India, Giappone e Cina, 3 in Germania) la parola d’ordine è “massimo sfruttamento”. Quello che conta, però, è il come: a bordo della Classe B, scendendo da Mountain View, gli scenari che si manifestano sono tre. Quello tradizionale, utilizzando con i piedi il freno; l’altro, un po’ più innovativo, con i comandi al volante e infine quello rivoluzionario, automatico, grazie a un sistema radar. Nella Classe B, tutto questo vale un recupero massimo del 15% dell’energia. Ma avete idea di cosa significa trasportare questa tecnologia nel mondo supersonico della F.1? Tanto più che Mercedes, proprio dalla F.1 ha mutuato una sperimentazione già effettuata su vetture ibride relativa a una tecnologia che “legge” la strada. E consente al motore di prevedere e quindi gestire, limitandola al massimo, la dispersione di energia proveniente dal sistema di recupero. Un simile patrimonio di partenza aiuterebbe chiunque in una competizione, sportiva o meno. Ma per non avere dubbi o correre rischi su dove va il mondo, motori annessi, Mercedes ha scelto di restare nel cuore della trasformazione, cercando collaborazioni con chi il futuro lo sta scrivendo, da Apple in su. Nella Silicon Valley viene facile portarsi avanti, anticipare le tendenze, soprattutto se la tecnologia che regala trionfi in F.1 non confligge con le sequoie, anzi, le tutela.
Potenza:177 cv (132 kW)
Coppia:340 Nm
Tempi di ricarica: 2 ore a 240V (sufficienti per percorrere 100 km)
Tempi di ricarica: 2 ore a 240V (sufficienti per percorrere 100 km)
Accelerazione 0-100 km/h: 7.9 secondi
Velocità massima: 160 km/h (limitata elettronicamente)
Autonomia massima: 200 km
Autonomia massima: 200 km