ROMA - Alcuni giorni fa il Sunday Times ha pubblicato una news in cui si legge che Jim Ratcliffe avrebbe in mente di ripristinare la produzione del (o della, che dir si voglia) Defender, fuoristrada europeo per eccellenza mandato in pensione pochi mesi fa da Land Rover, marchio britannico del Gruppo indiano Tata Motors.
Il nome Ratcliffe in Italia potrà dire poco ma il magazine Forbes lo inserisce da anni nelle classifiche dei tycoon più ricchi del mondo: nel 2016 il suo patrimonio è stato valutato in 6,4 miliardi di dollari, sufficienti a farne il 5° miliardario del Regno Unito. Un self made man che ha fatto fortuna nel settore dell’industria farmaceutica e che, da buon appassionato di auto, vorrebbe rivedere su strada uno dei simboli a quattro ruote della Gran Bretagna magari approfittandone per fare un buon investimento.
Il Times ha inoltre riportato di un primo colloquio tra Ratcliffe e i vertici del Gruppo automobilistico, ma un portavoce Land Rover ha recentemente smentito che il marchio Defender possa mai essere ceduto: “Non c’è possibilità che ciò accada e non consentiremo a nessuno di produrre il nostro Defender che rimarrà per sempre una icona Land Rover. Il Gruppo ha già manifestato la propria intenzione di proseguire il suo albero genealogico e lo sviluppo della nuova generazione rimane in pista”.