Inquinamento, il 50% è delle caldaie e i blocchi del traffico sono inutili

Contrariamente a quello che molti pensano, non sono le automobili o i trasporti ad avvelenare maggiormente l'aria delle nostre città, bensì gli impianti di riscaldamento
Inquinamento, il 50% è delle caldaie e i blocchi del traffico sono inutili© LaPresse
Alessandro Vai
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ROMA - Con l’arrivo dell’autunno, l’abbassamento delle temperature e la prossima accensione dei riscaldamenti, torna d’attualità il problema dell’inquinamento e soprattutto delle sue cause. Contrariamente a quello che molti pensano, non sono le automobili o i trasporti in generale ad avvelenare maggiormente l’aria delle nostre città, bensì gli impianti di riscaldamento. Questi sono responsabili di oltre il 50% della CO2 presente nell’atmosfera e di un quantitativo compreso tra il 10% e il 30% delle polveri sottili che respiriamo.

 I blocchi del traffico, dunque, servono a poco, specialmente quando il 55% degli edifici italiani ha più di 40 anni di età e il 56% è classificata con la classe energetica G. In pratica vuol dire che la maggior parte del calore prodotto bruciando un combustibile non rimane tra le mura domestiche ma esce nell’atmosfera e si disperde. Tutti questi dati arrivano da una ricerca del Politecnico di Milano presentata in occasione del 4° Forum Energia promosso dalla Engie e fotografano un trend preoccupante: quello del raddoppio delle emissioni residenziali di PM 2,5 negli ultimi 22 anni, affiancato dal contemporaneo dimezzato (anche qualcosa in più) del particolato emesso dai veicoli.

Insomma, mentre le auto e i veicoli commerciali inquinano sempre di meno, le caldaie e gli impianti di riscaldamento inquinano sempre di più. In questo scenario è inspiegabile la totale assenza di politiche per rendere più efficienti i riscaldamenti. Per esempio, parlando solo di Milano, sostituendo un impianto su dieci tra quelli più vecchi le emissioni scenderebbero allo stesso modo che bloccando il traffico per sei settimane. Infine, è quasi sorprendente che nonostante questa situazione l’Italia sia il secondo Paese più efficiente al mondo dietro la Germania. 


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