Ghosn resta in carcere,, la Nissan pretende più peso da Renault

Nonostante la dichiarazione di innocenza dell'ex n.1 dell'Alleanza Nissan-Renault-Mitsubishi, apparso per la prima volta in pubblico nell'udienza preliminare, il tribunale di Tokyo ha respinto la sua istanza. Ghosn rischia anche sei mesi di carcere. La difesa presenterà ricors. Il nuovo ad del marchio giapponese, Saikawa, aspetta un passo avanti dei "cugini" di Parigi
Ghosn resta in carcere,, la Nissan pretende più peso da Renault
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Niente da fare. Carlos Ghosn resta in prigione. Il tribunale di Tokyo ha respinto la richiesta di scarcerazione per l'ex presidente della Nissan-Renault-Mitsubishi, attualmente in stato di fermo in un centro di detenzione a nord della capitale nipponica,dal 19 novembre, da più di 50 giorni. La domanda era stata presentata dall'avvocato difensore a ridosso della prima udienza preliminare di ieri, nella quale l'ex tycoon 64enne si era proclamato innocente dalle accuse di illeciti finanziari e malversazioni che gli vengono contestate. Nel corso di una conferenza stampa che ha seguito l'udienza, l'avvocato del team legale che rappresenta Ghosn, Motonari Otsuru, ha detto che esiste il rischio che l'ex top manager possa rimanere in prigione almeno sei mesi, e di non aspettarsi la concessione della libertà su cauzione per il suo assistito prima dell'inizio del processo. Otsuru ha anche detto che il dibattito procedurale potrebbe durare almeno metà anno per la complessità del caso - che necessita di esaurienti e simultanee verifiche tecniche in due diverse lingue , giapponese e inglese. Prima di essere arruolato da Ghosn, Otsuru guidava il team del pubblico ministero che adesso conduce l'accusa nei confronti del top manager. Otsuru ha già detto che farà ricorso alla decisione della corte di non accordare la scarcerazione. 

Nel corso dell'udienza preliminare alla Corte distrettuale di TokyoGhosn aveva protestato la sua innocenza. Con le manette ai polsi e una corda legata attorno alla vita, le pantofole al posto delle scarpe, l'ex presidente del gruppo Nissan-Renault-Mitsuishi Motors ha riaffermato la sua estraneità a ogni accusa nella sua prima - e a lungo attesa - apparizione pubblica, dopo quasi 50 giorni trascorsi in prigione. Chi lo conosce bene asserisce che ha perso una decina di chili, con qualche capello grigio in più, ma senza abbandonare il piglio autoritario che ha sempre contraddistinto la sua figura. Più di 1.100 persone avevano aderito alla fila nelle prime del mattino, per assistere all'udienza preliminare, dove erano disponibili solo 14 sedie.

"Sono innocente e ho sempre preso le decisioni di lavoro con integrità, senza mai commettere reati nella mia lunga carriera professionale", ha protestato Ghosn durante l'accorato appello di quasi mezz'ora davanti al giudice, definendo le accuse a lui rivolte prive di fondamento giuridico.

Ghosn è accusato di illeciti finanziari per circa 80 milioni di dollari nel periodo tra il 2010 e il 2017, oltre a una serie di violazioni finanziarie a ridosso della crisi dei mercati nel 2009. La giustizia giapponese non prevede la presunzione di innocenza ma consente al pubblico ministero di proseguire negli incessanti interrogatori senza la partecipazione dell'avvocato, con la possibilità di continue proroghe della detenzione in base a nuove imputazioni. 

Pochi giorni fa, l'attuale a.d. di Nissan, Hiroto Saikawa aveva dichiarato, ai margini della riunione di inizio anno dei manager del comparto auto: "Ci attendiamo un cambio significativo nella struttura del gruppo dopo l'uscita di scena dell'ex presidente Carlos Ghosn". Un riferimento esplicito all'attesa modifica dello statuto sulla governance, incluso l'incremento del numero dei direttori indipendenti e la revisione del ruolo del nuovo presidente dell'alleanza Nissan-Renault-Mitsubishi Motors.

Il comitato interno della Nissan, composto da 7 membri - tra i quali esperti indipendenti di settore, dovrà formulare una proposta sulla composizione del Cda della casa auto nipponica in marzo. La sua attività si scontra con la volontà del partner Renault di mantenere una sfera d'influenza sul capitale azionario della Nissan, giudicata da quest'ultima sbilanciata rispetto al valore di mercato delle due aziende. Il costruttore transalpino controlla il 43% di Nissan, che genera gran parte delle redditività del gruppo ma possiede appena il 15% della Renault e senza diritti di voto.


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