Dieselgate, Martin Winterkorn accusato di frode in Germania

L'ex amministratore di Volkswagen rischia fino a dieci anni di reclusione. Le stesse accuse riguardano anche 4 manager del marchio automobilistico tedesco
Dieselgate, Martin Winterkorn accusato di frode in Germania
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Nuove accuse per Martin Winterkorn. L'ex amministratore delegato del Gruppo Volkswagen  è stato incriminato dal procuratore della città tedesca di Braunschweig di frode e violazione della legge contro la concorrenza sleale. La stessa accusa riguarda altri quattro manager della Casa di Wolfsburg.

Le accuse riguardano il caso Dieselgate, la vicenda che nel 2015 ha svelato i dati truccati delle emissioni dei veicoli a gasolio prodotti dal Costruttore tedesco. Stando alla tesi dell'accusa,  Winterkorn, oltre al non aver rivelata alle autorità e ai clienti in Europa e negli Stati Uniti, dopo esserne venuto a conoscenza, le manipolazioni illegali dei motori diesel, avrebbe anche omesso di vietare l’ulteriore installazione dei “defeat device."  I magistrati  tedeschi sostengono, inoltre, che l’ex manager avrebbe approvato un aggiornamento del software nel novembre del 2014, al costo di 23 milioni di Euro, per provare a coprire i valori elevati delle emissioni.

Lo scandalo Dieselgate è scoppiato a settembre del 2015, quando da un test sulle emissioni eseguito negli Stati Uniti venne scoperto che le auto VW alimentate a gasolio erano dotate di un dispositivo illegale, installato nella centralina, che permetteva di eludere i controlli. Il dispositivo, in pratica, al verificarsi di determinate condizioni, dava una falsa lettura ai sensori permettendo al motore di passare leomologazioni ambientali. 

Dieci anni di reclusione, questa la pena che rischiano Winterkorn e gli altri indagati, qualora venissero confermate le tesi dell'accusa. 


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