Nissan GT-R: storia ed evoluzione a 50 anni dalla nascita

Presentata al Salone di Tokyo nel 1969, questa Gran Turismo dall'animo Racer, festeggia mezzo secolo di vita. Sviluppata sulla base di una berlina da 60 CV denominata Skyline, ha lasciato il segno sull’asfalto sia su strada che in pista
Nissan GT-R: storia ed evoluzione a 50 anni dalla nascita

Il 2019, secondo lo zodiaco giapponese sarà l'anno del cinghiale, ma per la Casa automobilistica nipponica Nissan sarà tempo di festeggiare i 50 anni della versione GT-R. Icona sportiva dall'animo "racer", sbarcò nel mondo dell'automotive proprio mezzo secolo fa, lasciando il segno sia su strada che in pista.

“Hakosuka”. “Skyline a forma di scatola”. Una descrizione un po’ contorta, se l’applichiamo a un’automobile. Però gli ingegneri Nissan le danno quel nome, per le sue sembianze e perché l’origine è chiara, palese.

Siamo nel 1971, e la Casa di Yokohama ha appena presentato la nuova versione della macchina che da due anni sta riscrivendo numeri e cifre del mercato automotive nipponico e internazionale. Nel 1969 infatti Nissan ha svelato, nella cornice del Salone di Tokyo, la Skyline GT-R. In pratica, la versione Gran Turismo (ecco spiegato l’acronimo GT, unito alla R di “Racer”) della coupé/cabriolet d’alta gamma prodotta alla fine degli anni Cinquanta.

La GT-R infatti nasce sulla base di una normalissima berlina da 60 CV denominata Skyline, costruita nel 1957 dalla Prince Motor, azienda fondata dieci anni prima a Tokyo e che nel ’66 cessa di esistere, venendo inglobata dalla Nissan, che però già due anni prima aveva dato alla luce la primissima versione da corsa.

È un successo, tanto che nel 1969 vede la luce la Skyline GT-R. Il suo fascino e prestigio durano ancora oggi. A cinquant’anni di distanza c’è a chi piace, chi la adora come un culto, chi non la sopporta. La sua è comunque una storia di successo e anche di vittorie sulle piste da corsa. Anche nei videogiochi. Perché tutti, almeno una volta, se abbiamo giocato a “Gran Turismo”, ci siamo messi al volante della GT-R.


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All’inizio solo berlina a quattro porte, poi coupé a 2. Impiego prettamente sportivo. È con queste credenziali che nel 1969 entra in commercio la prima serie della Skyline che, dal mese di febbraio, ha quel nuovo iconico badge con su scritto GT-R.

La prima versione si chiama KPGC10. È spinta da un propulsore S20 bialbero a 24 valvole e cambio a cinque rapporti. I cavalli sono 250, sufficienti per cominciare ad aggiudicarsi un numero esorbitante di vittorie nelle corse automobilistiche giapponesi.

Nel 1971 viene migliorato il tutto con l’Hakosuka. Nome bruttino, ok, ma le prestazioni sono ancora più eccellenti. Per una gestione migliore dei flussi d’aria, viene inserita un’ala posteriore, così come degli pneumatici allargati, che migliorano la maneggevolezza. E in pista si continua a vincere.


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La seconda generazione vede la luce nel 1973, con la versione KPGC110, o più semplicemente “Kenmeri”. Cambiano le dimensioni: la macchina è più lunga, più larga e più alta. Il motore rimane lo stesso, ma la novità più succosa sono i freni a disco su tutte le ruote.

La produzione dura per i primi quattro mesi. La crisi petrolifera degli anni Settanta, la conseguente carenza di benzina e le norme anti-inquinamento inducono la Nissan a eliminare la GT-R dal listino. Sembra la fine definitiva.


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Servono 16 anni per il grande ritorno. E che ritorno. La Nissan ha bisogno di un’auto nuova da far correre all’All Japan Touring Car, la competizione giapponese per le vetture turismo. E così arriva la GT-R R32.

Considerata da molti addetti ai lavori come l’auto di punta giapponese degli anni Novanta, la R32 stupisce tutti. Diverso il look, diversa l’aerodinamica, diverso il motore: ancora un 6 cilindri, stavolta però bialbero 2.6 RB26DETT, 276 CV di potenza e 361 Nm di coppia.

Che poi, la faccenda dei cavalli non è ben definita. Un accordo ufficioso tra le diverse Case infatti imponeva di non superare i 280 come potenza massima. In realtà, i 276 della R32 erano solo dichiarati, poiché in pista riusciva a raggiungere quota 330.

Risultati? Un dominio totale nelle corse automobilistiche, dagli ’80 ai ’90. E un soprannome, “Godzilla”, affibbiatole dagli americani, anche loro rimasti inevitabilmente affascinati. Anche lì, negli USA, arrivano in seguito le R32 versione stradale, le cosiddette “Group A Evolution”, distinguibili per l’unica colorazione in grigio, e la V-Spec (Victory Specification), che vantava un impianto frenante sportivo.


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Nel 1995 la divisione motorsport della Nissan (NISMO) fabbrica la GT-R LM. Il motivo è prettamente sportivo: per iscrivere l’auto alla 24 Ore di Le Mans, NISMO deve costruire un modello stradale con le stesse caratteristiche della vettura da corsa.

Questa volta il propulsore è turbo, 375 CV e 373 Nm di coppia, cambio a sei velocità, freni a disco.

Nel 1998 viene lanciata la versione berlina a 4 porte. Cambiano ovviamente le linee, ed è presente l’ATTESA-ETS, il sistema di controllo elettronico della trazione.


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La fine del millennio nel frattempo si avvicina, e con essa la fine della produzione della ormai “vecchia” Skyline. L’ultima viene fabbricata nel 1999, e durerà fino al 2002-2003 con alcune versioni speciali.

Di base, la quinta serie della Skyline R34 presenta il solito sei cilindri con due turbo-compressori, 340 CV e 384 Nm di coppia. Presente la trazione integrale, le ruote posteriori sterzanti e l’ATTESA-ETS.

Le prestazioni convincono persino la polizia giapponese, che conferisce in dotazione ai suoi agenti la nuova R34.


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Nel 2001 si comincia a pensare all’erede della Skyline. La filosofia in casa Nissan infatti è cambiata: mentre la vettura originaria era una versione sportiva delle berline di gamma concepite per la strada, il nuovo modello nasce come supercar a tutti gli effetti. A simboleggiare il taglio col passato, l’abbandono del termine Skyline per lasciare il solo e semplice GT-R.

La produzione inizia ufficialmente nel 2007 e si protrae fino ad oggi. Dal punto di vista delle prestazioni, parliamo di un mostro. Come definire altrimenti una macchina spinta da un V6 bialbero a camme, dalla cilindrata di 3799 centimetri cubici, sovralimentato da due turbo-compressori? I cavalli arrivano a quota 480, coppia a 588 Nm. Tre secondi e mezzo è il tempo necessario per arrivare da 0 a 100 km/h.

Alluminio e acciaio rinforzato rivestono il telaio, leggero e resistente, mentre il computer di bordo, dotato di tantissime funzioni, è creato dalla Poliphony Digital.

Dov’è che abbiamo già sentito questo nome? Già, sono i creatori di “Gran Turismo”, lì dove tutti almeno una volta ci siamo messi al volante della GT-R.


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Il 2019, secondo lo zodiaco giapponese sarà l'anno del cinghiale, ma per la Casa automobilistica nipponica Nissan sarà tempo di festeggiare i 50 anni della versione GT-R. Icona sportiva dall'animo "racer", sbarcò nel mondo dell'automotive proprio mezzo secolo fa, lasciando il segno sia su strada che in pista.

“Hakosuka”. “Skyline a forma di scatola”. Una descrizione un po’ contorta, se l’applichiamo a un’automobile. Però gli ingegneri Nissan le danno quel nome, per le sue sembianze e perché l’origine è chiara, palese.

Siamo nel 1971, e la Casa di Yokohama ha appena presentato la nuova versione della macchina che da due anni sta riscrivendo numeri e cifre del mercato automotive nipponico e internazionale. Nel 1969 infatti Nissan ha svelato, nella cornice del Salone di Tokyo, la Skyline GT-R. In pratica, la versione Gran Turismo (ecco spiegato l’acronimo GT, unito alla R di “Racer”) della coupé/cabriolet d’alta gamma prodotta alla fine degli anni Cinquanta.

La GT-R infatti nasce sulla base di una normalissima berlina da 60 CV denominata Skyline, costruita nel 1957 dalla Prince Motor, azienda fondata dieci anni prima a Tokyo e che nel ’66 cessa di esistere, venendo inglobata dalla Nissan, che però già due anni prima aveva dato alla luce la primissima versione da corsa.

È un successo, tanto che nel 1969 vede la luce la Skyline GT-R. Il suo fascino e prestigio durano ancora oggi. A cinquant’anni di distanza c’è a chi piace, chi la adora come un culto, chi non la sopporta. La sua è comunque una storia di successo e anche di vittorie sulle piste da corsa. Anche nei videogiochi. Perché tutti, almeno una volta, se abbiamo giocato a “Gran Turismo”, ci siamo messi al volante della GT-R.


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