Sembra l’inizio di una nuova Età dell’Oro per la Mercedes. Poi, tra l’11 e il 12 giugno, si consuma la più grande tragedia del motorsport.
A Le Mans, il futuro campione del mondo con la Ferrari Mike Hawthorn, per l’occasione alla guida di una Jaguar, tenta di rientrare ai box. Lance Macklin, su Austin-Healey, sorpreso dalla manovra, si sposta per non impattare l’auto. Dietro di lui, è in arrivo una delle tre 300 SLR schierate da Marcedes. Il francese Pierre Levegh non riesce a evitare il pauroso incidente.
I pezzi dell’auto volano sul pubblico. Muoiono 84 persone, compreso lo stesso Levegh, mentre il numero dei feriti supera il centinaio. È un dramma che scuote il mondo delle corse. Che continuano, ma con il cuore in gola. E il danno d’immagine, per Mercedes, è gravissimo.