La fusione FCA-Renault piace a Parigi. Manley: ”Nuova società entro un anno”

Il CdA dell'azienda francese “riceve con interesse” la proposta della Casa italiana. L'ad del gruppo torinese scrive ai dipendenti: “Abbiamo trovato un partner che vede il futuro come noi”.
La fusione FCA-Renault piace a Parigi. Manley:  ”Nuova società entro un anno”
Gianluigi Giannetti
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Il CdA di Renault "dopo un'attenta revisione dei termini della proposta amichevole di FCA, ha deliberato di studiare con interesse l'opportunità di una tale combinazione aziendale", tenendo presente "l'impronta manifatturiera e la creazione di valore aggiunto per l'alleanza". Questa la nota ufficiale con cui Renault risponde e dunque riceve la lettera non vincolante inviatagli questa mattina da Fiat Chrysler Automobiles, con la proposta di "una aggregazione delle rispettive attività nella forma della fusione 50/50”. Secondo i termini della proposta, gli azionisti di ciascuna società riceverebbero una quota azionaria equivalente nella Società risultante dalla fusione. L'aggregazione verrebbe effettuata come operazione di fusione sotto una capogruppo olandese.

La posizione di Renault è dunque quella di un via libera all'operazione: "A tempo debito verrà emesso un ulteriore comunicato - spiega Renault - per informare il mercato dei risultati di tali discussioni, in conformità con le leggi e i regolamenti applicabili".

Il quadro si completa con le dichiarazioni Mike Manley, ad di FCA, destinate ai dipendenti. "Nel gruppo Renault abbiamo trovato un partner affine che vede il futuro come noi. Quelle che sono iniziate qualche tempo fa come conversazioni operative per una maggiore collaborazione si sono trasformate in una trattativa sulla fusione dal momento che abbiamo riconosciuto gli enormi potenziali benefici per entrambe le società che risulterebbero dal mettere insieme i propri business. Abbiamo lavorato bene per arrivare a questo punto, e questa sarebbe davvero una fusione di società su un piano paritario che la pensano allo stesso modo per creare un'azienda leader a livello mondiale".

Entra anche nel dettaglio della strategia, Mike Manley: “La società risultante dalla fusione sarebbe un leader mondiale nelle tecnologie Ev, nei marchi premium, nei SUV, nei pickup, e nei veicoli commerciali leggeri, posizionandosi come una realtà globale pronta a competere e vincere nell'industria automobilistica di domani. Crediamo che i benefici che matureranno da una fusione tra Renault e FCA si estenderanno anche ai partner dell'alleanza Mitsubishi e Nissan. E non vediamo l'ora di coinvolgerli in opportunità ancora più grandi e reciprocamente vantaggiose".

Sui tempi, l'ad di Fca si dimostra molto ottimista: "Anche se non c'è ancora certezza sulla conclusione dell'operazione, puntiamo ad agire il più rapidamente possibile per assicurarci un accordo definitivo con il gruppo Renault. Se questa fusione andrà avanti, la nascita della nuova società potrebbe richiedere più di un anno".

ll Gruppo che nascerebbe dalla fusione paritaria venderebbe 8,7 milioni di auto all'anno, ovvero il terzo costruttore al mondo, alle spalle dei gruppi Volkswagen e Toyota. Se l'alleanza venisse in seguito estesa a Nissan-Mitsubishi, attualmente al quinto posto della classifica mondiale, il nuovo gruppo balzerebbe al primo posto con 15,6 milioni di vetture vendute. Proprio questa geometria complessa rappresenta una incognita. La Nissan non ha partecipato alle trattative iniziali tra FCA e la casa transalpina, e non vede l'affare come particolarmente vantaggioso, spiegano fonti a conoscenza del dossier all'agenzia Bloomberg. L'azienda nipponica non è interessata a una strategia che predilige i volumi di vendita e un'eccessiva dipendenza dal mercato auto Usa, e secondo gli analisti potrebbe opporsi alla proposta di fusione di FCA. Dopo l'arresto dell'ex presidente dell'alleanza, Carlos Ghosn, lo scorso novembre per illeciti finanziari, la priorità della Nissan è quella di riequilibrare la propria partnership con la Renault, proprietaria del 43% del costruttore nipponico, mentre quest'ultimo possiede appena il 15% della casa francese, ma senza diritti di voto.

Altrettanto complesso ricostruire la struttura dell'azionariato di FCA-Renault post-fusione, che, secondo le prime previsioni degli analisti, dovrebbe vedere Exor al primo posto del gruppo con il 13% del capitale, davanti alla Francia e a Nissan, che avranno il 7% ciascuna. A seguire i fondi Tiger al 3%, Harris, Blackrock e Vanguard con il 2%, quota che avrà la stessa Renault, mentre Daimler avrà l'1%. Il restante 53% resterà in mano al mercato.

Nella trattativa pesa anche il governo francese, è "favorevole" e "incoraggia" la fusione tra FCA e Renault, anche se aspetta di conoscerne tutte le condizioni. Lo ha detto il portavoce del governo francese Sibeth Ndiaye, secondo quanto riporta Bloomberg. La fusione promuoverebbe "la sovranità economica" dell'Europa, dove "abbiamo bisogno di giganti". Ndiaye ha ricordato che la scorsa settimana il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, ha incontrato il presidente di Renault, Jean-Dominique Senard, per parlare dell'operazione.


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