Appena 765 kg, telaio il alluminio, carrozzeria dalle linee che richiamano prototipi ben più grandi, potenti ed evoluti. In appena 4 metri e 10, per 113 centimetri di altezza da terra e 179 in larghezza, Rapture debutta al Festival di Goodwood mandando in scena la formula che pochi cultori ancora rimasti in giro sono davvero in grado d’apprezzare.

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DI COSA SI TRATTA

Accelera in 3” netti da 0 a 96 km/h, un paio di decimi e saranno i 100 km/h classici. Stupiti? C’è altro: 8”4 per raggiungere i 160 km/h, mentre la punta massma è di 264 km/h, rigorosamente con casco in testa, ben allacciato.

Omologata per la strada lo è, certo diventa problematico muoversi con quello splitter lì senza timori di fare danni costosissimi.

Con 355 cavalli e 433 Nm di coppia, il rapporto peso-potenza che ne viene fuori è di 2,15 kg/cavallo, numeri da supercar con potenze più che doppie.

È un prototipo targato, non certo la sportivetta per l’aperitivo in centro. Se non apprezzi le finezze di un cambio sequenziale sei marce, del differenziale Quaife, dei triangoli delle sospensioni a lunghezza differenziata, difficilmente metterai mano al portafoglio per assicurarti una Radical Rapture.

L’assetto, per dire di come nasca per la pista, prevede ammortizzatori regolabili e barre antirollio sostituibili, alla ricerca dell’handling ideale di tracciato in tracciato.