Guida autonoma, le opinioni di Tavares e Julia a confronto

Da una parte il capo del direttorio del gruppo francese, dall'altra uno degli inventori di Siri. Al centro del dibattito i problemi legati alla diffusione di massa di un'automazione completa. I pensieri? Decisamente opposti
Guida autonoma, le opinioni di Tavares e Julia a confronto
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Argomento più che mai attuale e dai dibattiti assicurati, i sistemi di assistenza alla guida stanno tenendo banco. E, ancor di più, lo fa la difficoltà a regolamentarli in modo uniforme. Di problemi ce ne sono, adesso riguardano i sistemi di assistenza alla guida di Livello 3: cosa c'è da aspettarsi, dunque, sulla lunga strada verso la diffusione dell’automazione completa? Carlos Tavares, presidente del CdA di Gruppo PSA, e Luc Julia – uno dei padri dell’assistente personale Siri – hanno confrontato visioni e sfide sul punto.

Allo scetticismo assoluto di Julia sull’esistenza di un Livello 5 dell’assistenza alla guida (ricordiamo, è un livello che non prevede alcun controllo umano sul veicolo, sprovvisto di volante e pedaliera), Carlos Tavares evidenzia i costi elevati, destinati a limitare l’accessibilità esclusiva per un vasto pubblico a tale frontiera (futuristica) della mobilità.

Le parole di Luc Julia

Dubito esisterà mai un veicolo autonomo di Livello 5, perché il livello di attenzione di un guidatore umano non sarà mai eguagliato da una macchina.

Ad esempio, un veicolo autonomo in Place de l’Etoile a Parigi, alle 18:00, non si muoverebbe affatto, perché si atterrebbe alle regole. Gli esseri umani, al contrario, sanno come trattare lo scenario e farsi strada”, la visione di Luc Julia.

PSA, obiettivo sistemi di assistenza di Livello 3

La progressiva assistenza avanzata alla guida vivrà un percorso di diffusione lungo ed è materia che richiede realismo. Nei piani di PSA c’è l’introduzione di sistemi di assistenza di Livello 3, così da automatizzare – senza il necessario controllo del guidatore sul volante – la guida in determinati scenari.

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Sull’automazione completa, la barriera normativa appare un ostacolo enorme, sul quale Tavares commenta: “Non credo ci sia nessun governo al mondo pronto a esprimere cosa significhi la validazione e, soprattutto, esprimere quali siano le loro scelte in termini di etica, dovendo scegliere tra questo e quello (l'esempio tipico è, in presenza di un incidente non evitabile, se tutelare i passeggeri o gli umani al di fuori del veicolo; ndr).

Alla fine, tutto torna a noi. Abbiamo detto, vogliamo più tecnologia per diminuire i rischi sulle strade, le aziende iniziano a lavorare sulla tecnologia, arrivano ad averla pronta, i governi però arrivano a non sapere come attuare la validazione o le scelte etiche da supportare, è un percorso in cerchio”.

Livello 4 e 5: una realtà

Il Livello 3, nella mobilità di massa privata, appare la frontiera realisticamente sostenibile. E Tavares aggiunge: “Su un veicolo autonomo siamo giunti alla conclusione che, oltre il Livello 3, non c’è più una connessione tra costo e valore per il cliente. Non c’è più un business case (una giustificazione dell’investimento; ndr) che può essere strutturato e le compagnie potrebbero anche non svilupparlo.

Crediamo che i veicoli autonomi di Livello 4 e Livello 5 saranno una realtà, come le navette e i robotaxi in aree chiuse, però questi dispositivi di mobilità altamente tecnologici saranno così costoti che risulteranno fuori portata per gli individui: il loro costo di utilizzo dovrà necessariamente essere condiviso con la comunità”.


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