Bugatti, GT elettrico o crossover come secondo modello

In un'intervista a Bloomberg, l'a.d. di Bugatti, Winkelmann anticipa i possibili piani del marchio relativamente a un secondo modello da affiancare alla Chiron
Bugatti, GT elettrico o crossover come secondo modello
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Lo scorso aprile Stephan Winkelmann, a.d. Bugatti, aveva anticipato l'uscita di un secondo modello per il marchio da affiancare a Bugatti Chiron. Il punto cruciale per la realizzazione era garantirsi il supporto finanziario del Gruppo Volkswagen per supportare l'investimento. Un dettaglio, quest'ultimo, che resta ancora incerto come emerge dall'intervista a Bloomberg di Winkelmann in cui si parla dei piani futuri di Bugatti

Bugatti verso l'elettrico 

L'elettrico, a tal proposito, rappresenta una via ancora relativamente da esplorare nella nicchia di modelli artigianali. E se le difficoltà nel garantire l'investimento su un tale progetto sono reali, pensarlo da una via alternativa, con ancora un motore termico, sembra del tutto da escludere.

Ultra-lusso, prestazioni elevatissime e un progetto che sia redditizio. Sono i punti fermi intorno ai quali dovrà gravitare il secondo modello Bugatti. Un crossover sui generis o una grande GT quattro posti, così è immaginata una proposta in grado di innalzare i volumi produttivi, dai 100 esemplari annui di Chiron, la ancor più esclusiva Divo e le edizioni speciali, a una produzione che potrebbe “volare” alle 600 unità annue con un nuovo modello.

Una Bugatti accessibile 

Dall’intervista a Bloomberg di Winkelmann emergono anche gli estremi del posizionamento sul mercato, da “entry level” se non fosse per le cifre assolute in gioco: un progetto di granturismo o crossover da collocare tra i 500 mila e il milione di euro, ben al di sotto delle richieste legate a Chiron, prossima ai 3 milioni di euro. Anche da questa leva passa l'incremento dei volumi.

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E se è facile immaginare sinergie tecniche in un grande polo del lusso tra i brand del Gruppo Volkswagen, tornano d’attualità le parole dello stesso Winkelmann, lo scorso aprile, quando escluse il ricorso a un’architettura condivisa: una Bugatti deve conservare un'indentità unica, che sia anche tecnica.


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