Xavier Martinet: "Nel 2020 il grande rilancio Renault"

Tanti i temi toccati dal direttore marketing del Marchio francese: dalla situazione del Diesel al mercato elettrico, passando per i piani di mercato della Casa parigina e di Dacia
Xavier Martinet: "Nel 2020 il grande rilancio Renault"

Xavier Martinet ha già un piede fuori dall’Italia - è di fresca nomina come direttore marketing Renault Italia in tutto mondo - ma la testa è ancora qui, in Italia, dove per 15 mesi ha ricoperto il ruolo di direttore generale della filiale italiana che dà al lavoro a oltre 8.400 persone, tra dipendenti diretti e concessionarie. E nonostante in Casa madre, a Parigi, regni ancora qualche (eufemismo) incertezza, dopo il fallimento della trattativa con FCA, l’uscita di Bollorè, le tensioni generate dalla fuga dell’ex boss Carlos Ghosn, e le strategie per portare al comando del vascello francese Luca De Meo, lui è sorridente e spiritoso nell’analizzare l’anno appena concluso. Quello che si è chiuso con un’incetta di chilometri zero in preparazione del difficile percorso della riduzione delle emissioni medie per ogni gamma (95 gr/km Co2).

"Rispetto alla concorrenza - spiega Martinet - a livello di km zero, siamo rimasti ad un livello gestibile e l’obiettivo, alla fine di questo 2020, è quello di non pagare multe".

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La preoccupa questa situazione senza timoniere a Parigi e tanta confusione intorno?

"Non sono d’accordo. Dopo l’uscita di Bollorè, Jean Dominique Senard, il presidente, è molto più presente. A Parigi stiamo facendo riunioni dopo riunioni, vogliamo uscire il prima possibile da questa situazione che dura da troppo tempo. De Meo? Io nel dubbio continuo a studiare italiano su Duolingo, magari mi serve. Se dovesse davvero andare in porto, cercheremo di sfruttare al massimo ogni situazione, trasformandola in opportunità. Ma non siamo qui per parlare di questo, siamo orgogliosi e fieri della quota di mercato più alta di sempre ottenuta dal gruppo Renault-Dacia in Italia (il 10,4% ndr), perchè la nostra missione era e resta quella di lavorare in funzione dei nostri clienti".

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Un risultato incredibile considerando le difficoltà di dialogo con le istituzioni nazionali e locali del nostro Paese…

"In effetti, costruire un business con l’incertezza quotidiana in cui viviamo, è un’impresa. Avremmo bisogno di decisioni chiare e continue nel tempo. La discussione con le istituzioni italiane è complessa, come dimostra la situazione del Diesel, ed è sempre più difficile far passare i messaggi anche come UNRAE. Con tutta la confusione che c’è, non si ascolta chi con l’auto ci lavora tutti i giorni, mentre noi dovremmo riuscire a parlare con una voce unica. Il nostro obiettivo è chiaro: abbassare le emissioni di CO2. Ma la diversità di quello che succede in ogni regione, rende veramente tutto difficile. Ogni bando è diverso e cosi diventa tutto più difficile da gestire. Il cliente non capisce, si perde in questi meandri, mentre servirebbe coerenza. In altri Paesi non è così difficile".

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Cosa ne pensa della situazione del Diesel?

"La demonizzazione del Diesel non è giustificata perchè ha ancora un futuro, perché è la soluzione delle persone che fanno 30.000 km l’anno. Diciamo la verità, quando si viaggia in ibrido in autostrada e devi fare tanti chilometri, alla fine il bilancio economico non è così lontano da quello del Diesel…".

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Ma il 2019 è stato l’anno dei primi incentivi per l’elettrico!

"È vero, nell’anno appena finito abbiamo registrato il vero lancio dell’elettrico in Italia, con gli incentivi del governo e a livello regionale. Il primo buon segnale in Italia sullo sviluppo della mobilità a emissioni zero. Ma è ancora troppo poco. L’elettrico qui, nonostante la crescita del 113%, incide davvero in maniera irrilevante".

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La trattativa saltata con FCA è un vantaggio o può diventare un problema?

"C’è poco da dire. Adesso dovrò affrontare questo aspetto nel mio nuovo incarico in Direzione marketing. È difficile fare una valutazione, mi permetto solo di evidenziare come la condivisione degli investimenti e dei costi con Nissan, nel passato e fino ad oggi, ci ha salvati. Il mio obiettivo sarà quello di massimizzare i vantaggi dell’Alleanza anche con Mitsubishi".

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Come valuta la tendenza dei clienti a passare dalla proprietà all’utilizzo dell’auto?

"È un fenomeno da analizzare e gestire, perchè è una tendenza reale, ma bisogna stare attenti, dobbiamo essere pronti a soddisfare tutte le richieste dei clienti.

Per questo c’è bisogno di soluzioni di mobilità, con interfacce moderne, capaci di anticipare i bisogni dei clienti insieme a noi e quindi dare delle risposte di qualità. Non è un caso che presto apriremo a Milano un’officina di 1.000 metri quadrati, per avere anche in quella zona un servizio di assistenza sempre più preciso e puntuale".


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Parlando dei numeri 2019 di Renault-Dacia, perchè mancano all’appello 10.000 Clio?

"Tutto è dipeso dal lancio troppo lungo della nuova generazione, anche dal punto di vista delle motorizzazioni. E per l’Italia mi riferisco soprattutto al ritardo sul GPL. La Scénic? Difficile dire se ha ancora un futuro o vada sostituita con un altro crossover. Lo stesso Kadjar è cresciuto molto, probabilmente dipende dal tipo di SUV-crossover che eventualmente si volesse introdurre. Sicuramente moderno e leggero".

Il futuro della Twingo sarà elettrico?

"Il segmento elettrico va analizzato con attenzione. L’equazione macchina economica, macchina piccola vale fino ad un certo punto. Perchè ormai anche a quel livello sono state introdotte tecnologie e sistemi di sicurezza sempre più avanzate. E ogni anno nel settore troviamo un concorrente in meno".

Che peso avranno le ibride plug-in che introdurrete quest’anno sul mercato con Clio e Captur?

"Abbiamo imparato ad essere prudenti, a gestire l’incertezza. Di certo dovremo essere bravi a convincere i clienti che il costo di esercizio di una macchina ibrida plug-in sia molto vicina a quello di un benzina o di un Diesel. Spero solo che l’ingresso del costruttore nazionale nell’ibrido, possa accelerare la considerazione degli italiani per questa tipologia di alimentazione".

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E il 2020 per Renault-Dacia in Italia come lo vede?

"Per Renault prevedo un consistente rilancio, ora che con nuova Clio e nuova Captur abbiamo tutti gli asset aggiornati, mentre penso che Dacia non abbia ancora finito di esprimere il suo enorme potenziale. La grande sfida, in realtà, è quella di introdurre tutte le tecnologie necessarie alle vetture di nuova generazione ad un prezzo accessibile".

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Xavier Martinet ha già un piede fuori dall’Italia - è di fresca nomina come direttore marketing Renault Italia in tutto mondo - ma la testa è ancora qui, in Italia, dove per 15 mesi ha ricoperto il ruolo di direttore generale della filiale italiana che dà al lavoro a oltre 8.400 persone, tra dipendenti diretti e concessionarie. E nonostante in Casa madre, a Parigi, regni ancora qualche (eufemismo) incertezza, dopo il fallimento della trattativa con FCA, l’uscita di Bollorè, le tensioni generate dalla fuga dell’ex boss Carlos Ghosn, e le strategie per portare al comando del vascello francese Luca De Meo, lui è sorridente e spiritoso nell’analizzare l’anno appena concluso. Quello che si è chiuso con un’incetta di chilometri zero in preparazione del difficile percorso della riduzione delle emissioni medie per ogni gamma (95 gr/km Co2).

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