Blocco auto Diesel, i disagi passano anche per le concessionarie di Roma

Lo stop alla circolazione delle ultime settimane ha creato non pochi problemi e dubbi, sia ai cittadini che ai rivenditori nel settore automotive della città. Come risolvere la situazione? Partire da maggiori incentivi regionali per il cambio delle vetture nuove e usate per poi aprire a un dialogo più diretto con la Sindaca Raggi. Infine, serve un controllo effettivo sui veri fattori inquinanti
Blocco auto Diesel, i disagi passano anche per le concessionarie di Roma
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Un blocco dopo l’altro senza reali benefici. Da Roma a Torino, lo stop alla circolazione dei veicoli Diesel fino a Euro 6, blocca, da quasi due settimane a giorni alterni e con il coinvolgimento fino ai benzina Euro 2, la quotidianità dei cittadini come è risultato dai nostri sondaggi. Nella Capitale la qualità dell'aria registrata dalle centraline continua a rilevare anche in questi giorni i livelli di Pm10 fuorilegge.

E a chiedersi a cosa serva non far circolare le auto, che sono responsabili solo del 12/14% delle emissioni di CO2, sono soprattutto le concessionarie. Prenotazioni disdette, contratti stracciati o ad un passo dalla firma mai concretizzzati, dubbi, perplessità e domande senza risposta: questi sono stati i problemi pratici e i disagi che in questi giorni di caos imposto dal Campidoglio hanno dovuto affrontare aziende leader dell’automotive come Carpoint Ford, Valentino Automobili Volkswagen e FCA e Concessionaria Mercedes-Benz Roma. L’emergenza smog ha colpito soprattutto il mercato delle auto nuove e usate.

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CHIANESE ALLA RAGGI: «TAVOLO DI CONFRONTO PER NUOVI INCENTIVI»

«Abbiamo avuto dei clienti impossibilitati a raggiungere il salone per colpa del blocco: sembrava una missione quasi impossibile ritirare le proprie auto acquistate appena qualche giorno prima - racconta Domenico Chianese a.d. di Carpoint -. Questo ha creato tanta confusione nelle vendite con persone che hanno deciso di ripiegare su una vettura metano, ibrido o GPL».

Indicativamente il dato riscontrato da quasi tutte le concessionarie d’Italia in questo ultimo mese è il calo della richiesta d’acquisto del Diesel: se prima era il 25/30% adesso è intorno al 7/ 5%. Un numero significativo frutto sicuramente di una lotta all’inquinamento insensata, poco seria e per nulla studiata, che non tiene conto né delle normative europee che regolano le emissioni di CO2 e né degli studi CNR, UNRAE, ACI e Federauto.

Una presa di posizione, in un’Italia che ha il parco auto più vecchio d’Europa, con un terzo delle vetture circolanti Euro 4, con più di 14 anni di età. Una situazione così è difficile da affrontare per le quasi 60mila imprese romane: «Ora ci ritroviamo tutti con uno stock sia nuovo che usato dal valore inferiore rispetto alle valutazioni fatte qualche tempo fa con cambiamento repentino dall’oggi al domani - prosegue Chianese -. L’impatto finanziario di queste decisioni è mostruoso oltre che poco utile e tecnologicamente sbagliato visto che ovviamente un Diesel Euro 6 inquina meno è molto più virtuoso di un benzina Euro3.

Qualora la Sindaca Raggi fosse disposta ad aprire un tavolo di confronto, mi farei volentieri portavoce delle concessionare romane, affinchè non ci siano ulteriori prese di posizione così mediatiche ma vengano prese decisioni logiche, come l’introduzione di incentivi regionali per la rottamazione delle auto, l’acquisto dell’usato e per un blocco delle auto che non si accanisca contro la tecnologia qualificata, definita come stato d’arte dell’automotive».

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BLASSETTI: «ESEMPIO GERMANIA, ALTRO CHE BARZELLETTE»

Incentivare la dismissione dei veicoli più inquinanti e la loro sostituzione con mezzi a basso impatto ambientale è il punto da cui ripartire per tutelare cittadini e imprese, come conferma anche Eugenio Blassetti, direttore comunicazione Mercedes Benz Italia che spiega il cosidetto “quick win”: «Sono tante le cose da fare: suggerisco di lavorare sul saldo complessivo degli incentivi automotive e non solo su un gesto dettato dall’immagine mediatica.

In un momento così clamoroso c’è tanta confusione e rabbia, che però è riuscita a tirar fuori anche il classico sarcasmo romano che può essere riassunto in una barzelletta: ‘Esco dalla concessionaria con la mia nuova Diesel Euro 6 e mi fermano i vigili con la loro benzina Euro 3, poco dopo a rimorchiare la mia auto è un carroattrezzi benzina Euro1’».

La media di ogni rinuncia che segnalano le concessionarie della Capitale è di 5 contratti stracciati ad impresa, un numero che fa pensare a quanta paura ci sia di sbagliare tra i clienti: «In Germania è stato appurato che i Diesel Euro 6 2DTemp e D hanno filtri che restituiscono aria con un livello bassissimo di emissioni. Sarebbe opportuno fare della corretta informazione, basandosi su dati e statistiche appurate invece che approfittarsi della situazione come hanno fatto alcuni siti web». 

MASSIMETTI: “IL GAP ROMA - MILANO, IN BALIA DEL RISCALDAMENTO”

L’automotive è una filiera lunga che richiede un lavoro di anni e anni e che non va sottovalutata in quanto parte dall’ideazione di un progetto, alla produzione e alla vendita commerciale. E nel momento in cui questo meccanismo viene bloccato, reca un danno economico di miliardi di euro.

Per questo la mancanza di incentivi regionali in moltissime realtà italiane andrebbe compensata con l’introduzione di normative efficaci, virtuose e uguali in tutta Italia: «Paradossalmente una Volkswagen Up! elettrica a Milano arriva a costare la metà rispetto a Roma - Flavio Massimetti, responsabile marketing e comunicazione Gruppo Valentino -. Anche questo è un problema che va affrontato con il Campidoglio, oltre al danno della diminuzione del valore di un parco auto, ordinato un mese fa e che ora come ora ha tutto un altro significato.

La Sindaca Raggi deve avere l’Intelligenza di saper tornare sui suoi passi, di combattere lo smog con competenza, di riaprire il mercato Diesel e di rimediare ad un problema Serio con la “S” maiuscola. La soluzione non può essere monopolizzare il mercato automotive con le auto elettriche, le cui batterie e scorie sono difficilissime da smaltire.

Anche perché va ricordato che l’impatto ambientale di un asfalto sporco e dissestato, di impianti di riscaldamento domestici vecchi e inquinanti,utilizzati senza un effettivo controllo nonostante le normative ad hoc, sono molto più dannosi di un Diesel Euro 6. La strada da percorrere per tutelare la salute di tutti e il mercato automotive è più semplice di quello che si crede».

IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA E IL TREND POSITIVO

C’è da dire però che qualcosa di positivo c’è stato in questi giorni: il trionfo dell’ibrido, del GPL e dell’elettrico. Le concessionarie che trattano la vendita di automobili nuove o usate “Eco-friendly” - e qui si intende la concezione paradossale per il green portata avanti dalla Sindaca e non solo -, hanno registrato un trend decisamente positivo.

Nei due scorsi weekend gli showroom sono stati pieni di clienti pronti a chiedere informazioni sul futuro agli addetti ai lavori, partendo semplicemente da una domanda piuttosto lecita: “Sta macchina è quella giusta pe’ circolà sempre, giusto?”

 

 


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