Oltre Sanremo: ecco la musica che va "in moto"

Tantissimi artisti hanno scritto brani indimenticabili che raccontano l'avventura in sella a una motocicletta. In Italia come in tutto il mondo, le emozioni dell'asfalto rimangono nelle canzoni
Oltre Sanremo: ecco la musica che va "in moto"

Basta un rombo di motori per scatenare l’adrenalina, prima dell’attacco del brano: i Mötley Crüe lo avevano capito nel 1989, scegliendo di iniziare la loro hit “Girls Girls Girls” con il suono tuonante di una motocicletta, simbolo Rock’n’roll senza tempo che alimenta l’immaginario collettivo di una vita di sfide, passioni e sentimenti. In tutto il mondo, musica e moto corrono fianco a fianco sul filo sottile del mito. Succede anche nella canzone italiana, che ha celebrato le due ruote nei modi più svariati. Ecco i brani storici che hanno messo i cavalli al centro delle proprie storie.


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LA MIA MOTO – JOVANOTTI

Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, non ha mai nascosto la sua passione per le due ruote. Anzi, l’ha dichiarata da subito e in modo esplicito: il suo secondo album, datato 1989, si chiama “La mia moto” e la title-track è una delle canzoni-manifesto del mondo carenato. Il riff di chitarra riprende quello di “Magic Carpet Ride” degli Steppenwolf. Sì, quelli di “Born to be wild”, colonna sonora del film “Easy Rider”, tanto per restare in tema.

Uno perché a me mi piace andare veloce
Che quando sali su vedrai poi come ti piace
Due perché con te potremmo andare in giro
Col serbatoio pieno e col giubbotto nero
Fazzoletto al collo e lo sguardo incazzato
Per me una birra media e per te un gelato
In giro per il mondo come sopra un razzo
Anche se poi abbiamo fatto il giro del palazzo


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IL TEMPO DI MORIRE

Probabilmente il titolo di questo brano non è familiare a tutti, può essere confuso o dimenticato. Ma bastano tre parole per entrare nella leggenda: “Motocicletta 10 HP”. Questo blues è uno dei brani più famosi dell’accoppiata Battisti-Mogol, un incipit rimasto impresso nella mente di quattro generazioni di italiani e che ancora caratterizza ogni schitarrata nei falò estivi. La canzone non parla di motori, ma quella parola all’inizio del brano squarcia la nostra memoria facendoci obbligatoriamente canticchiare il resto della prima strofa.

Motocicletta 10 HP
Tutta cromata
È tua se dici sì

Mi costa una vita
per niente la darei
ma ho il cuore malato
E so che guarirei


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DUE DITA SOTTO IL CIELO

Lucio Dalla ha dedicato questa canzone a Valentino Rossi, una ballad dall’arrangiamento orchestrale che rispecchia pienamente lo stile del cantautore bolognese. Dalla aveva già scritto brani ispirandosi ai personaggi delle corse, “Nuvolari” e “Ayrton Senna”, poi nel 2007 ha composto un ritratto del pilota di Tavullia immaginando le sue sensazioni da ragazzo, quando le vittorie erano ancora un sogno lontano e l’unica cosa che ardeva nel cuore di un 15enne era la passione.

A 15 anni mi sembrava di volare
E che potevo scegliere se vivere o morire
Ché tanto era uguale
L'importante era capire
Dove io e la mia testa col mio corpo potevamo andare


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50 SPECIAL

Dalla Bologna di Lucio Dalla a quella dei Lunapop: la prima band di Cesare Cremonini produsse un solo album, “…Squérez?” nel 1999 ed entrò a gamba tesa nel panorama della musica italiana con un singolo, “50 Special” che ormai è un must giovanile. La Vespa è la protagonista del brano, il mito a due ruote su cui sfrecciare sui colli bolognesi con il vento in faccia e le ali sotto i piedi.

A scuola non va
Ma ho una Vespa, una donna non ho
Ho una Vespa e domenica è già
E una Vespa mi porterà
Fuori città


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AVVENTURIERA

La Gianna Nazionale, la donna più rock della musica italiana, col giubbetto di pelle e gli stivali con le borchie. Gianna Nannini ha scritto, in mezzo a tanti successi, il brano “Avventuriera” inserendolo nell’album “Profumo” del 1986. Il testo parla di avventura, di un mondo che “ci scappa dalla gola”, del bisogno innato di andare, di spingersi al limite. E come farlo, se non in sella a una moto azzurra, d’estate, con un degno compagno di viaggio?

E ho una corsa dentro che non so fermare
L'ombra della moto azzurra contro l'autostrada
Per gli occhi biondi dei ragazzi si faceva gara
Un'estate fa un'estate via


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UN GIORNO COSì

Menzione speciale per gli 883, che negli anni Novanta hanno portato il sogno della provincia alla ribalta. Max Pezzali ne è stato il leader e ha cantato all’Italia la sua passione per le due ruote, dando addirittura alla band il nome di una cilindrata: 883 cc sono quelli della Harley-Davidson Sportster, di cui il gruppo era appassionato. “Un giorno così” fa parte dell’album “La dura legge del gol!” del 1997 e racconta come bastino le emozioni di un giro in moto per cancellare delle giornate amare: un bambino che saluta dall’auto davanti, un centauro che scambia un cenno con la mano, tutto sulla Statale 526.

La mia moto scorre piano sulla 526
Attraversa dei profumi che poi
Un metro dopo non li senti più
Io respiro e mando giù
Prima di perderli che non si sa mai


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BORN TO BE WILD

Oltre l’Italia, prima dell’Italia, il ritratto di un’epoca straordinaria. Il film “Easy Rider” di Dennis Hopper ha rivoluzionato, nel 1969, il cinema, ridefinendo il concetto di “cosa deve avere un film per piacere ai ragazzi”. Mito generazionale, Easy Rider è l’avventura da Los Angeles alla Louisiana a bordo di un chopper con protagonista lo stesso Hopper. La colonna sonora è “Born to be wild” degli Steppenwolf, un brano iconico che, oltre ad essere il primo nella storia della musica a pronunciare le parole “Heavy metal”, rappresenta una generazione intera a partire dal primo colpo di rullante che dà il via al riff di chitarra.

Get your motor runnin'
Head out on the highway
Lookin' for adventure
And whatever comes our way


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IRON HORSE / BORN TO LOSE

Nel loro album di debutto, i Motörhead hanno pubblicato “Iron horse / Born to lose” raccontando la storia dei perdenti, dei vagabondi, la vecchia ed eterna storia del rock’n’roll. Il lato più country della band heavy metal guidata da Lemmy Kilmister, che già nel 1977 sputava sudore al microfono cantando con la sua voce graffiante di un “cavallo di ferro” a bordo del quale sfidare la vita.  

He rides a road
That don´t have no end
An open highway
Without any bends
Tramp and his stallion
Alone in a dream


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Basta un rombo di motori per scatenare l’adrenalina, prima dell’attacco del brano: i Mötley Crüe lo avevano capito nel 1989, scegliendo di iniziare la loro hit “Girls Girls Girls” con il suono tuonante di una motocicletta, simbolo Rock’n’roll senza tempo che alimenta l’immaginario collettivo di una vita di sfide, passioni e sentimenti. In tutto il mondo, musica e moto corrono fianco a fianco sul filo sottile del mito. Succede anche nella canzone italiana, che ha celebrato le due ruote nei modi più svariati. Ecco i brani storici che hanno messo i cavalli al centro delle proprie storie.


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