A margine della presentazione dei risultati finanziari 2019 agli investitori, l'ad Ferrari Louis Camilleri ha confermato il lancio di due nuovi progetti, dopo le 5 novità lanciate dal Cavallino nel 2019.
Non lascia trapelare indizi su cosa attenderci nel corso dei prossimi mesi. Gli indizi puntano verso una 812 estrema, potrebbe adottare la sigla GTO, a riassumere un progetto anzitutto più leggero rispetto alla 812 Superfast, rivisto nell'assetto e aerodinamica, nonché con l'evoluzione conclusiva dell'attuale motore V12 da 6.5 litri nell'architettura a V da 65 gradi.
Il futuro del frazionamento iconico per Ferrari sarà in un progetto con bancate a 90 gradi, rivisto nell'alimentazione e accensione per garantire prestazioni estreme e arginare le emissioni di Co2.
NUOVI INVESTIMENTI A MARANELLO
“Non ci piace parlare di nuovi modelli finché non vengono presentati, quel che posso dire è che non impatteranno sul 2020, arriveranno ai clienti nel 2021, effettivamente avranno zero impatto sul 2020”, ha commentato Camilleri, indicando la realizzazione di interventi di ampliamento nelle strutture a Maranello, con l’obiettivo di garantirsi la produzione interna di alcune componenti altrimenti affidate a fornitori esterni.
Non si tratterà di un ampliamento destinato alle linee produttive, stante l'attuale dimensionamento in grado di coprire fino a un volume di 15 mila unità l'anno, nelle indicazioi dell'a.d..
ATTENZIONI SPECIALI SU HONG KONG
Investimenti a bilancio nel 2020 che interesseranno non solo modelli che delineati nel piano industriale fino al 2022 – tra cui la nuova architettura V6 e il suv Purosangue – ma anche progetti destinati a essere introdotti successivamente: “Ci sono alcuni modelli oltre il 2022 per i quali stiamo già investendo adesso, costi relativi a questi modelli ai quali già lavoriamo”.
Camilleri ha evidenziato come il 2020 sarà un anno di consolidamento per la Ferrari, non senza alcune macro-tematiche da tenere d'occhio per l'impatto sui risultati dell'esercizio. Brexit, coronavirus, tra gli altri, soprattutto, però, è lo scenario legato alla situazione interna a Hong Kong a costituire l'interrogativo più grande.