Sono passati tanti anni, 65 per l'esatezza, dal quel Salone di Ginevra del 1955. La Fiat presenta la sua nuova utilitaria, la 600. Piccola, certo, ma destinata a diventare grande. Perché lo è stata all'epoca, tenendo perfettamente il confronto con macchine di lusso e di impatto notevole. Grando lo è ancora oggi per tutto quello che ha rappresentato.
Il motivo dell’interesse suscitato, prima al salone svizzero e poi dagli acquirenti, va ricercato soprattutto nelle due caratteristiche principali che descrivono la Fiat 600 in quell’epoca: la maggiore funzionalità e il maggiore spazio a bordo. Non solo. Oltre agli aspetti squisitamente tecnici, Fiat mette in atto una studiata e rivoluzionaria strategia comunicativa per lanciare il nuovo modello. Se da una parte la 600 viene fatta ammirare nelle città italiane, dall’altra si sfruttano con intelligenza i nuovi mezzi di comunicazione. Per quanto riguarda la pubblicità, Felice Casorati disegna un manifesto destinato a diventare celebre negli anni a seguire; in ambito televisivo, la Casa torinese riesce a trovare un escamotage per aggirare il divieto delle Rai sulla trasmissione di pubblicità di automobili, facendo realizzare dei documentari a Cinefiat. La nuova 600 diventa, dunque, oggetto dei desiderio non sono dell’individuo ma dell’intera famiglia: diventa la soluzione della mobilità di un nucleo. Seguono 14 anni di successi: la piccola utilitaria sarà prodotta fino al 1969 in quasi 5 milioni di esemplari in numerosi stati e in varie serie e serie speciali.
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