Cina, lezione a Italia e Europa: due anni di aiuti per l'auto elettrica

Il Governo di Pechino, per superare l'emergenza Coronavirus e sostenere un settore in crisi da due anni, ha esteso i sussidi in scadenza nel 2020, fino al 2022. E valgono per tutti: costruttori, concessionari e clienti! Ma da noi servirebbero per tutto il mercato, perchè l'elettrico vale solo il 2% del totale
Cina, lezione a Italia e Europa: due anni di aiuti per l'auto elettrica
di Pasquale Di Santillo
3 min

È sempre difficile ammetterlo: ma i cinesi, quando si parla di economia, lo fanno meglio. Certo, possono permetterselo, grazie al loro strapotere finanziario, ma leggere che hanno appena varato un piano di rilancio biennale dell’auto post tragedia del Coronavirus, fa davvero impressione. Anche per la portata del piano in sé.

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Parlare di incentivi è decisamente riduttivo di fronte agli aiuti per due anni estesi a tutti appena varati dal governo di Pechino, scrive Repubblica.it. E dove quel tutti significa costruttori, concessionari, clienti. E sempre se l’acquisto riguarda una machina elettrica. In realtà quindi, non è altro che l’estensione, il prolungamento dei sussidi, e delle agevolazioni fiscali che sarebbero scadute nel 2020 per i prossimi due anni.

Il che comunque resta una bella lezione di economia applicata all’emergenza a tutto il mondo, compresa l’Unione Europea prigioniera dei suoi equilibri politici, delle sue incertezze e ancora completamente lontana - a parte le parole - dalla comprensione di quello che sta succedendo.

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L'auto, pilastro economico

L’annuncio è arrivato in una conferenza stampa, rigorosamente trasmessa sul web, nella quale il vicedirettore del dipartimento per le operazioni di mercato e la promozione dei consumi del Ministero del Commercio, Wang Bin ha spiegato: «L’auto è un pilastro dell’economia nazionale e l’industria automobilistica svolge un ruolo cruciale nell’incrementare i consumi interni e nell’agevolare la modernizzazione della domanda».

Domanda che negli ultimi due anni era scesa costantemente dopo il boom precedente e che con il Covid-19 è sprofondata a -42% nel primo bimestre del 2020, numeri che in prospettiva avrebbero provocato altri disastri nel settore senza l’intervento degli incentivi statali.

Lasciando da parte l’America che ora ha problemi più gravi da affrontare e che comunque con una decisione a sorpresa di Trump, una settimana fa, è riuscita a cancellare i limiti alle emissione di Obama, auguriamoci che l’esempio cinese con il conseguente campanello d’allarme possa risuonare pesantemente a Bruxelles o in qualunque casa siano rinchiusi i burocrati dell’Unione Europea. Senza dimenticare i nostri governanti, ancora intenti a definire il decreto liquidità. E ricordando che da noi gli incentivi servono su tutto il mercato, perchè l'elettrico vale appena il 2% del totale.

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