Land Rover Defender, a caccia d'avventura

Frakreporter, ambassador della nuova Defender, ha affrontato il vero off-road nel Kaokoland, nord ovest della Namibia, a ridosso della Skeleton Coast, con un percorso di 80 km tra sabbia fango, rocce e guadi. Ecco il suo racconto
Land Rover Defender, a caccia d'avventura
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A raccontare ad Auto questa incredibile spedizione a ridosso della famigerata Skeleton Coast è Francesco Salvaggio, ambassador Land Rover e fotografo d’avventura, noto sui social come Frankreporter: 175 mila follower solo su Instagram che viaggiano, per ora con la mente, anche attraverso le immagini di Francesco.

Ufficialmente sono ambassador Land Rover dallo scorso settembre, ma la mia passione per il brand e in particolare per Defender è di lunga data, testimoniata dai tanti viaggi in tutto il mondo” spe- cialmente quelli a caccia di avventura in luoghi incontaminati.

Il test off-road della nuova Defender 110 dura 3 giorni, tra paesaggi lunari, animali selvaggi, deserti, sentieri sabbiosi, fangosi e rocciosi estremi “Solo 40 km di strada asfaltata sugli 800 che abbiamo percorso”.

Le vetture della spedizione

Il round trip parte da Opuwo con nove Defender. Motorizzazioni Diesel (240D) con 240 cavalli e cerchi in ferro da 18, e benzina hybrid, P400, da 400 cavalli, con cerchi in lega da 19. “Il primo giorno è stato un off-road su piste sabbiose e ghiaiose abbastanza veloci, abbiamo percorso circa 250 Km – racconta Sal- vaggio – testando i vari tipi di modali- tà off-road e il Terrain Response 2 che permette all’auto di adattarsi a qualsi- asi superficie. Le modalità sono 6, da “fango” a “neve”, da “asfalto” a “rocce” e l’intervento dell’elettronica è sempre garantito, tranne con il “sand-mode” per cui si riesce a non avere nessun tipo di controllo elettronico del motore, peretto per fango e sabbia e tutte quelle situazioni in cui si vuole avere il completo controllo della potenza del motore”. La gestione elettronica del propulsore si è rivelata fondamentale il giorno suc- cessivo, durante l’attraversamento del Van Zyl’s Pass, 1200 metri.

Otto km particolarmente impegnativi, è il passo più alto del sud dell’Africa, è un passaggio molto lento, da gestire con grande attenzione, visto che si arriva a inclinazioni fino a 35%. Qui sono state molto preziose la modalità “rocce” e il controllo della trazione”.

A prova di guado

Dopo il passo Van Zyl la spedizione ha proseguito verso la Skeleton Coast e testato la modalità “guado” per l’attra- versamento di un fiume: “Le nuove sospensioni pneumatiche (non più a molla come nel vecchio Defender), permettono di sollevare la macchina con un semplice tasto, la luce a terra è di 29,1 cm. Questo sistema consente di affrontare guadi fino a 90 cm e affrontare situazioni di fango o di sabbia senza problemi. È stato emozionante guadare il fiume, onde di acqua e fango si abbattevano sul cofa- no ma l’auto è davvero a tenuta stagna e assolutamente sicura. Infine il terzo giorno abbiamo attraversato lo Skeleton Park con percorsi sabbiosi e fangosi e un’ultima parte invece più veloce, toccando anche i 100 Km/h, senza avvertire alcun disagio, grazie all’insonorizzazione dell’abitacolo”.

Defender, SUV pronto a tutto

Insomma, secondo Francesco Salvaggio, che di avventura se ne intende: “Defender è un’auto pronta per il nuovo Millennio. Per quanto affascinante il vecchio modello non era comunque più omologabile e sicuro. Ora gli interni sono confortevoli, e, pur mantenendo una certa ruvidezza, la strumentazione è moderna, completamente digitale, tantissime le prese USB e le diverse telecamere intorno al veicolo danno una visione a 360° delle condizioni esterne del terreno, in modo da non dover scendere dall’auto a ogni passaggio accidentato. Nonostante i cambiamenti lo spirito di Defender è rimasto forte. Sfruttando tutte le modalità di guida si ha un’auto che seppur piena di elettronica, lascia al guidatore il pieno controllo, soddisfacendo sia chi ama l’off-road, sia chi viaggia in autostrada


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