Camion che funzionano col whisky: dalla Scozia l’idea incredibile di una distilleria

La sperimentazione avviata da Glenfiddich prevede al momento solamente un primo gruppo di poche unità alimentate con biogas ricavato dagli scarti di lavorazione. L’obiettivo futuro è coinvolgere l’intera flotta
Camion che funzionano col whisky: dalla Scozia l’idea incredibile di una distilleria
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Rivoluzionare la mobilità con soluzioni differenti rispetto ai motori elettrici, ibridi o a idrogeno? La distilleria Glenfiddich ha la soluzione a portata di mano.

L'azienda, infatti, seguendo un programma di riduzione delle emissioni di CO2 della propria filiera produttiva, ha pensato bene di convertire l’alimentazione di alcuni dei suoi camion facendoli funzionare con biogas ricavato dagli scarti di lavorazione del whisky.

Che dire, in questo caso alcol e guida vanno a braccetto!

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Whisky: 90% meno inquinante del Gpl

Al momento, la sperimentazione prevede solamente un primo gruppo di poche unità, che fanno da spola tra lo stabilimento di Dufftown ai siti d'imbottigliamento sparsi lungo la Scozia e che appartengono alla William Grant & Sons, società madre della Glenfiddich.

La soluzione, fa sapere la distilleria scozzese, sembra al momento portare i propri frutti. Se da una parte l’adozione del biogas sta infatti riducendo l’inquinamento atmosferico di un significativo 90% rispetto al Gpl usato fino a pochi mesi fa, dall’altra anche la stessa Glenfiddich ne sta traendo beneficio grazie al risparmio ottenuto sui costi di smaltimento degli scarti di lavorazione.

Il processo mentale alla base di questo progetto è stato immaginare cosa potesse essere fatto per migliorare la situazione di tutti noi”, ha spiegato Stuart Watts, direttore della distilleria Glenfiddich.

Intera flotta spinta dal whisky

La buona riuscita del progetto, quindi, spiana la strada all’implementazione di tale tecnologia al resto dei 20 camion che compongono la flotta aziendale, nonché alle flotte appartenenti ad altre società. L’annuncio di Glenfiddich e di Stuart Watts, infatti, probabilmente non sarà l'ultimo di questo tipo nell'ambito dell'industria scozzese dei distillati, proprio perché la stessa Scotch Whisky Association ha da poco annunciato un piano per ridurre a zero le emissioni di CO2 entro il 2040.

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