Maserati Quattroporte, al volante dell’ammiraglia italiana

Prova su strada della Quattroporte model year 2016 in versione V6 biturbo da 410 cavalli, un’auto che per stupire non ha bisogno di “effetti speciali”.
Maserati Quattroporte, al volante dell’ammiraglia italiana
Francesco Colla
5 min

MODENA - Maiali, musicisti e motori. In Emilia sembra non ci sia altro. Ma in questi tre campi antitetici c’è una continuità interessante, l’eccellenza. Questa operosa e sanguigna terra da tempo immemore genera profumati prosciutti (e molto altro) dai rosei suini, rocker di fama come Vasco e il Liga e capolavori di ingegneria da pezzi di metallo inerte. Quest’ultima abilità è quella che ha regalato i maggiori successi: Ferrari, Lamborghini e Maserati bastino per tutti. Siamo andati a Modena, “provincia meccanica” per eccellenza, a provare l’unica ammiraglia italiana in commercio, in grado di competere con le regine tedesche Audi A8 e S7, BMW Serie 7 e Mercedes Classe S. Ecco la Maserati Quattroporte, 526 centimetri di lunghezza, design tanto sensuale quanto sportivo e un sound da istinti primordiali. Possederne una non è per tutti, con un listino che parte da 98 mila euro per la diesel e oltrepassa i 150 mila per la V8, ma nemmeno guidarla. In via Ciro Menotti 322 sono gelosi dei propri gioielli e riuscire a farsene dare uno è una discreta soddisfazione. 


Saliamo a bordo della versione con motore V6 biturbo 3.0 litri da 410 cavalli, ma nonostante la frenesia di accendere il motore ci sono delle considerazioni preliminari da fare. Uno: da fuori non sembra così grande. Cinque metri e 26 sono una lunghezza da transatlantico (quasi due Smart messe assieme) eppure, non li dimostra. Le vere dimensioni si apprezzano seduti al volante: col sedile tutto indietro chi siede alle tue spalle ha una spanna tra le ginocchia e lo schienale. Due: il lusso retrò. L’abitacolo emana fascino senza tempo, vedi i dettagli come l’orologio analogico a centro plancia e i sedili in pelle Poltrona Frau, avvolgendo con essenze pregiate ma senza stordire. Tre (corollario del punto due): lusso sì, ma essenziale e per certi versi spartano. Se Audi A8 L è un tripudio di effetti speciali, al pari della nuova BMW Serie 7 (che si parcheggia da sola) e Mercedes Classe S è un astronave, Quattroporte esibisce dettagli molto semplici (vedi i comandi al volante) che non ti aspetteresti. Si tratta solo di purismo sportivo? Lo sapremo quando uscirà la prossima generazione. E’ evidente che siamo di fronte a un prodotto diverso e chi può spendere oltre 100 mila euro per quest’auto se ne frega della grafica del touchscreen non certo all’ultima moda o di plastica dove ti aspetteresti l’alluminio. Ma in fin dei conti si tratta di dettagli e sarebbe come rifiutare un invito a cena da Jessica Alba perché ha l’alluce sinistro leggermente storto. 


Si parte alla volta di Vignola, Zocca e Castelvetro, rispettivamente patria di ciliegie, Vasco Rossi e lambrusco. Nebbia sugli irti colli da vero autunno padano, guazza e terriccio sull’asfalto tutto curve. Nonostante non si percepisca una vibrazione, il V6 freme sotto di noi: ai bassi regimi l’auto è docile, un grande felide pronto al balzo. Il feeling è immediato, grazie a uno sterzo "millesimato" e in grado di garantire un ottimo feedback. Accarezzando l’acceleratore è un’auto semplicissima, guidabile da chiunque. Schiacciando l’acceleratore la storia cambia completamente e i 410 cavalli regalano, abbinati agli scarichi, una sensazione di sportività esaltante. Soprattutto considerando che la Quattroporte con i suoi 1860 kg non è certo pensata per le competizioni anche se uno scatto 0-100 in 5,1 secondi e una velocità massima di 285 km/h sembrerebbero indicare il contrario. Comunque, per chi cerca rabbia e furore c’è sempre il V8 da 530 cavalli: non l’abbiamo provato, ma se tanto ci dà tanto… Il tour del piccolo mondo antico volge al termine ma c’è tempo per salire a bordo della Ghibli equipaggiata con lo stesso motore: alcuni, sbagliando, la chiamano la piccola Quattroporte. Ma numeri di portiere e design a parte sono prodotti diversi per esigenze diverse: se la Quattroporte ruggisce la Ghibli morde e nel misto è un go-kart. Ma tra l’una e l’altra c’è poco da sbagliare.

 

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