Jaguar XF, gran turismo made in UK: la prova

Elegante, raffinata, potente e comoda a patto di viaggiare in quattro: al volante della seconda generazione di berlina premium britannica.
Francesco Colla
5 min

La Regina Elisabetta, David Beckham, Harrison Ford. E il da poco scomparso David Bowie. E Diabolik. E tanti, tanti altri: la lista dei proprietari celebri di Jaguar potrebbe continuare all’infinito. Perché il marchio britannico è fin dalla fondazione (1922), sinonimo di esclusività sportiva “proudly made in UK”. Il mondo è cambiato, così come le automobili Jaguar che pur non essendo diventate per tutti hanno nettamente ampliato il proprio target per ritagliarsi la propria fetta in un mercato premium molto aggressivo, sia che si parli di marchi tedeschi, sia che si guardi a oriente verso Lexus. 

Ne è la prova l’inedita F-Pace, prima sport utility del marchio, lo riconferma la nuova XF, seconda generazione della berlinona dal piglio sportivo presentata lo scorso marzo con tanto di funambolico show sul Tamigi e più recentemente atterrata nei concessionari italiani con prezzi a partire da 44.220 euro per la entry level con motore benzina 2.0 da 163 cavalli. Abbiamo avuto l’opportunità di provare la versione turbodiesel V6 3.0 da 300 cv e 700 Nm di coppia in allestimento R-Sport, con sospensioni sportive, spoiler e minigonne: il conto è di 67.190 euro, più di così troviamo solo la ruggente 6 cilindri benzina da 380 cv. 

Ian Callum, il capo del design Jaguar, l’aveva definita “la migliore auto della sua categoria. Elegante, bella e con proporzioni che ispirano un grande senso di integrità”. Sul fatto che sia la migliore difficile dirlo, ma che sia bella ed elegante è un dato oggettivo. Muscolosa ma “regale” misura 4.954 mm di lunghezza con un passo di 2.960 mm, più lungo di 51 mm rispetto alla versione precedente, mentre lo sbalzo anteriore è più corto di 66 mm. Anche se più corta di 7 mm e più bassa di 3 mm rispetto all'originale XF, lo spazio dei sedili posteriori aumenta di15 mm nello spazio per le gambe, 24 millimetri in più per le ginocchia e fino a 27 millimetri in più di spazio per la testa. Inoltre è più leggera, grazie all’architettura in alluminio, parzialmente condivisa con la sorella minore XE, e ai nuovi motori (sempre in alluminio) si è riusciti a risparmiare fino a 190 kg, con un facilmente intuibile vantaggio in termini di prestazioni e consumi. La XF 3.0 della prova pesa 1750 kg e scatta da 0 a 100 in 6,2 secondi, con una velocità massima limitata a 250 km/h e consumi (dichiarati) nel ciclo misto di 18,2 litri per 100 km

Saliamo a bordo: un elegante salotto con alcuni effetti speciali. I sedili in pelle nera a regolazione elettronica sono molto comodi e consentono di trovare la posizione di guida ottimale. Raffinata e pulita la plancia, dominata dal touchscreen 10,2 pollici, arricchita da scenografiche bocchette d’aerazione a scomparsa (si aprono e chiudono all’accensione\spegnimento), di cui però non si intuisce l’utilità. Robusto e altrettanto pulito il tunnel, su cui è posto il selettore del cambio, una rotella a scomparsa al posto della classica leva. Anche qui vale quanto espresso per le bocchette: bello ma ci vuole un po’ ad abituarsi e non è il massimo della praticità. Complessivamente l’abitacolo regala ottime sensazioni, tranne che per la visibilità posteriore (lunotto piccolo e molto inclinato da coupé) e il quinto posto: in quattro si viaggia in business class, in cinque, causa il tunnel centrale molto ingombrante, i lunghi viaggi sono scomodi per chi viaggia dietro. Ultime valutazioni non positive, riguardano il bagagliaio: ampio (540 litri), ma con 67 mila euro ci si attenderebbe di default l’apertura elettrica

Da aprile 2016 la XF diesel è anche a trazione integrale

Sulla guida nulla da ridire, anzi: docile in città, tira fuori i muscoli in un attimo e in autostrada dimostra di essere una eccellente gran tourer capace di dare il meglio nel misto grazie alla reattività del cambio 8 rapporti, alla precisione dello sterzo e alla coppia del potente V6. In curva si va sui binari. Per quanto riguarda i consumi il computer di bordo, utilizzando in città la modalità di guida economy, segnala 10 km con un litro, ma con una guida più attenta si può certamente ottenere di meglio. Idem nel percorso extraurbano: schiacciando con meno decisione si ottiene sicuramente qualcosa in più dei nostri 13 km\litro. Ma la tentazione di selezionare la modalità sport e sentire il ruggito del giaguaro era troppo forte… 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA