Lamborghini Huracàn Spyder, la Grande Bellezza non è per tutti

Diario di un viaggio notturno nella Roma di Sorrentino al volante della nuova scoperta di Sant'Agata Bolognese
Lamborghini Huracàn Spyder, la Grande Bellezza non è per tutti
Pasquale Di Santillo
4 min

ROMA - La Grande Bellezza non è per tutti. Bisogna saperla cogliere anche quando sembra scontata, quasi troppo facile. Ci hanno vinto l’Oscar con il fascino della Città Eterna fino ad amplificare il suo momento di difficoltà. Ma quando la giri di notte, una notte umida e piovosa della Roma prenatalizia, a bordo di un’astronave sottile a metà strada tra squalo e ghepardo, tutto assume un altro contorno.

Guidare la Lamborghini Huracan Spyder, 610 cv compressi nel mostruoso V10 posteriore, sui sanpietrini di Roma, è un’esperienza mistica, simile a quella vissuta dall’ultimo 007 con altra vettura e con molti meno cavalli. Ma la Grande Bellezza è anche questa. Vuoi provare l’emozione di una bomba piazzata dietro la tua schiena che ti proietta come la fionda un sasso fino a oltre 320 km/h - non in città sia chiaro, solo in pista per chi è capace - e allora un po’ devi soffrire.

Alla stregua di chi vuole e sceglie di vivere a Roma e ne patisce le problematiche mai affrontate o risolte. Come quello della gente che fa finta di avvicinarsi per guardare il gioiello in movimento e poi ti frega la Go-Pro con la quale avevamo girato un altra bella fetta di materiale. Consoliamoci perchè tutto il mondo è Paese e da qualche parte c’è sempre il cialtrone pronto a rovinare tutto. Ma poi non ci sono solo quelli: ci sono le donne che ti danno la precedenza agli stop, ai semafori, come se viaggiassi a tua volta a bordo di una bellissima donna seminuda e le donne - loro sempre sincere - riconoscessero la superiorità altrui.

Ci sono i ragazzi in motorino che si fermano, anzi inchiodano a rischio tamponamento per fermarti e farsi un selfie davanti alla Lambo color Oceano Mare. Ci sono le altre macchine, con i loro drivers che ti affiancano, tirano giù il finestrino e senza parlare si mettono le mani nei capelli con sorrisi senza fine. Ci sono gli indiani ai semafori che si inchinano con deferenza invece di stressarti per pulire i vetri e i vigili che ti guardano a bocca aperta, taccuino alla mano, divisi dal desiderio di fermarti per stare a guardare e la dignità di non poterlo fare per rispetto alla divisa.

Anche perché l’unica domanda ricorrente è: “ma quanto costa?” e noi a spiegargli che ci vogliono più di 200.000 euro (227.000 euro per l’esattezza) per godersi lo spettacolo. E infine ci sono gli amici che si accontentano di accarezzarla e di sentire quel “rombo di tuono” che nemmeno Giggiriva ai suoi tempi sapeva scatenare. Quasi svengono si rialzano e chiedono il bis. E allora giù con il pedale davanti al Campidoglio, l’altare della Patria, Piazza Venezia, tra i vicoli che portano al Pantheon e a Fontana di Trevi. E ancora dal Palazzaccio fino a Castel S.Angelo e a via della Conciliazione con sullo sfondo, protetta, la cupola di San Pietro, la stessa che la geometria ottica di Via dei Piccolomini avvicina mentre ti allontani e poi su al Gianicolo a vedere la Roma dormiente e il Fontanone, proprio quello dove inizia il film di Sorrentino. Perchè la “Grande Bellezza” non sarà per tutti ma merita di essere conosciuta da tutti.

Nuova Lamborghini Huracàn Spyder RWD

 


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