Seat Leon, il test della versione mild hybrid

Rapida e virtuosa, la nuova generazione della spagnola si presenta con qualità complessive notevoli
Seat Leon, il test della versione mild hybrid
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Destino e carattere sono due nomi del medesimo concetto. Non è farina del nostro sacco, ma di Herman Hesse. Seat Leon si ritrova in questa definizione. La compatta spagnola ha sempre puntato sul lato emotivo: con la quarta generazione arricchisce le sue qualità, ma ne aggiunge altre. Candidandosi a rivaleggiare con le migliori del segmento. Sotto ogni aspetto.

Non è più (solo) una compatta giovanile, nuova Leon ha contenuti, di forma e di sostanza che la distinguono. Anche dalle parenti altolocate, quali Golf e Audi A3 Sportback. Ad esempio il passo, 2,69 metri per la spagnola contro 2,64 per le tedesche. Che significa più spazio a bordo, ma anche una precisione e una sicurezza eccellente nei curvoni veloci grazie al telaio irrigidito.

Serve altro? La firma led luminosa posteriore, con la linea continua è una chiccha per la categoria. 

Nei fatti Leon IV propone un menù completo. Dalle cinque motorizzazioni benzina, Diesel, mild hybrid, plug-in hybrid e metano, alla ad allestimenti già ricchi in partenza.

Style offre di serie (da 19.500 euro) plancia digitale, fari a led, cerchi in lega da 16”, clima automatico, avviamento senza chiave, cruise control e sistema di differenziale elettronico. E per gli ADAS, front assist con sistema di frenata di emergenza e rilevamento pedoni e ciclisti, lane assist, sistema di rilevamento stanchezza, E-Call (chiamata di emergenza). A salire poi ci sono Business, XCellence e FR.

Non perde il suo piglio estroverso, accogliendo con la portiera che saluta proiettando “Hola!” e lo stesso sistema di riconoscimento vocale che si attiva con “Hola, Hola”.

La top di gamma sarà la plug-in ibrida da 204 cavalli con autonomia elettrica fino a 60 chilometri, ma il modello più capiente in questi mesi è la mild hybrid. Meno cara (e sofisticata), ma sempre omologata ibrida.

Nei pressi del Lago di Garda, su percorsi decisamente misti tra autostrada, città, salite e discese, abbiamo provato Leon eTSI FR, spinta dal 1.5 turbo da 150 cavalli e abbinata al cambio automatico DSG. Nulla da dire sull’allestimento, al vertice per Leon (clima tri-zona, cerchi da 18”, fari full led, display da 10”) che specialmente in abitacolo mette subito a proprio agio.

Veloce e virtuosa

Ottima su strada, la Leon con l’ibrido leggero, ha mostrato autorevolezza nel misto veloce, ma anche agilità nello stretto. Un notevole equilibrio, con un comfort di livello in ogni situazione. Dal passo lungo arrivano benefici e nessuna incertezza, grazie anche a sospensioni e sterzo ben tarati.

Il 1.5 con 150 cavalli e 250 Nm di coppia (da 1.500 giri) spinge bene e il sistema mild hybrid compie egregiamente il suo lavoro di recupero energia e assistenza. Più che la prestazione pura (l’accelerazione dichiarata in 8”4 nello 0-100 è parsa certamente alla portata) il sistema si fa apprezzare per una fluidità notevole.

I cambi di passo non sono un problema: anche la ripresa è buona. Il DSG non è corsaiolo, ma non sfigura mai, anzi.  Leon mantiene tutto, con un’efficienza fattuale: nel test, effettuato non certo con lo spirito dell’economy run il trip computer ci ha consegnato un 6 litri netti per 100 km. Quasi 17 km di percorrenza con un litro di benzina. Fate i vostri conti, che Leon il fatto suo lo sa.


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