Coronavirus, lo studio preoccupante sulla ripresa della filiera auto mondiale

Rémi Cornubert, senior partner di Advancy, società di consulenza mondiale delinea lo scenario di un mercato auto in profonda sofferenza: "Doppio choc relativo a domanda e offerta. I concessionari sono chiusi e le vendite sono arrivate quasi a zero. È pazzesco. Se si dovesse aspettare di più a ripartire, i fornitori potrebbero scomparire"
Coronavirus, lo studio preoccupante sulla ripresa della filiera auto mondiale
di Pasquale Di Santillo
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Il recupero della filiera dell’automotive dovrà viaggiare ad una velocità adeguata, definiti solo dopo un’attenta osservazione del mercato. Il rischio, altrimenti, è quello di un “taglio” complessivo. A lanciare questo allarme è Rémi Cornubert, senior partner di Advancy, società di consulenza mondiale.

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In una intervista al magazine Autoactu, Cornubert spiega. "Rispetto al 2008-2009 oggi siamo in una crisi economica globale. Abbiamo un doppio choc relativo a domanda e offerta. I concessionari sono chiusi e le vendite sono arrivate quasi a zero. È pazzesco. E la Cina, un terzo del mercato mondiale, non è più un motore di crescita. Se si dovesse aspettare di più a ripartire, i fornitori potrebbero scomparire.

Tutte le società ora tendono a conservare i loro soldi e potrebbero esserci fornitori, privi di finanziamenti per produrre, che chiederanno ai loro clienti di pagare gli arretrati prima di effettuare nuove forniture e anche di chiedere il pagamento alla consegna. In più, sempre rispetto a 12 anni fa le persone non riprenderanno a consumare in modo naturale. Siamo in una crisi ciclica che rischia di diventare sistemica per effetto di cambiamenti nel comportamento dei consumatori. La domanda di auto non inizierà allo stesso livello di prima. In Cina sono ripartiti prima con i veicoli usati. E questo potrebbe succedere anche sui mercati europei".

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