Roma verso la nuova ZTL con 300mila auto da rottamare

L’Assessore alla Mobilità del Comune di Roma, Eugenio Patanè, annuncia le novità sul futuro della circolazione nella Capitale
Roma verso la nuova ZTL con 300mila auto da rottamare
Pasquale Di Santillo
6 min

Roma ha deciso di fare sul serio in tema di mobilità per mettersi nella scia delle grandi capitali europee. Non sappiamo se il piano che ci ha descritto Eugenio Patanè, Assessore alla Mobilità del Comune di Roma, durante il talk di Rom-E riuscirà davvero a realizzarsi, ma se così fosse, i romani devono prepararsi a una violenta “stretta” sull’utilizzo della propria auto, a prescindere dalla creazione di una corretta infrastrutturazione per far decollare la mobilità sostenibile, elettrica, elettrificata e anche intermodale.

Il primo intervento sta per partire e Patanè non fa sconti su tutta la linea: «Gli studi fatti ci hanno dimostrato come la ZTL istituita dalla Giunta Rutelli negli anni ‘90, ormai non è più sufficiente a drenare la quantità di traffico che quotidianamente si riversa verso il centro della città, quindi abbiamo deciso di estendere la ZTL in due fasi: la prima che partirà a novembre e che abbiamo definito “area verde”, che copre circa il 17% del territorio comunale (207 km²) nella quale (sempre da novembre) non potranno più entrare le vetture a benzina euro 1 e 2 e quelle Diesel euro 1-2-3. Stanno già partendo le prime 35.000 lettere ai posessori di queste vetture, perché andranno rottamate non potendo più nemmeno parcheggiare dentro le strisce blu. La seconda fase verrà avviata a novembre 2023 e l’abbiamo definita ZTL Vam che sarà a cerchi concentrici con varchi che inizieremo a realizzare (subito 80, poi fino a 170) tutti coperti da telecamere».

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Roma tra nuova ZTL e limitazioni al traffico

Parallelamente come pensate di consentire gli spostamenti dei cittadini in maniera equilibrata?

«Roma è una città complessa, copre un territorio di 1.300 km², paragonabile in Europa solo a quello di Londra. Ma diversamente da Londra ha una densità demografica per km² molto bassa (il 67% del territorio di Roma è verde, tra parchi e terreni agricoli). Questo significa che portare servizi in luoghi disabitati non ha senso. Per questo, a Roma, una volta completata la quarta linea della metropolitana non avrà senso continuare. Per questo riteniamo che l’offerta di trasporti più adeguata e corretta significhi puntare, investire sul nodo ferroviario e sui tram. A oggi abbiamo 6 linee tramviarie, entro il 2030 saranno 17».

Passando alla mobilità elettrificata, qual è la situazione relativa all’installazione delle colonnine di ricarica a Roma?

«Stiamo lavorando per migliorarla e renderla più efficiente. Abbiamo ereditato una situazione con 1.500 stazioni di ricarica, ora siamo a 2.500. Ma quelle installate erano distribuite male sul territorio a causa di alcune criticità. Venivano installate senza seguire un piano preciso e nessuno garantiva l’interoperabilità. Ora abbiamo realizzato un nuovo regolamento che da una parte fa in modo che gli operatori del settore lavorino in raccordo con noi per scegliere zone e modalità e dall’altra per contratto devono consentire ai clienti di poter ricaricare a prescindere dalla app o della card di cui sono in possesso. Alla stessa maniera chi resta parcheggiato oltre un’ora dopo il termine della ricarica pagherà tariffe più alte. Ora la sfida è portare questa cultura anche nel privato, nei condomini».

Meno auto e più aree pedonali

Una regolamentazione che sembra urgente anche per quanto riguarda la micromobilità.

«Anche su questo tema stiamo avviando un piano che tuteli l’interesse pubblico che è quello di passare gradualmente all’intermodalità o alla mobilità integrata per cui la sharing mobility è fondamentale. A Roma circolano 14.000 monopattini e 12.500 bici elettriche ma sono stati riversati sui nostri marciapiedi senza tenere conto di una razionale funzione trasportistica. Non a caso sono concentrati tutti intorno alla zona centrale, come fossero giocattoli senza garantire intermodalità e decoro che per noi invece sono fondamentali. Abbiamo selezionato gli operatori per qualità e tecnologia: saranno 3 invece che 7 tra i monopattini e 3 invece che 6 per le bike con stalli obbligatori e zone no parking, una sperimentazione che durerà tre anni per poi valutare. Non ci sposiamo per sempre con nessuno».

Che visione ha di Roma al 2035?

«Vedo una Capitale con molte meno macchine, molte più zone pedonalizzate, insomma con spostamenti molti diversi rispetto a oggi anche grazie a un’offerta di trasporto pubblico molto più ampia dell’attuale. Una Roma dove gli spostamenti in bici sono aumentati dal 4 al 15-20%, dove la guida autonoma ha iniziato a portare i suoi vantaggi anche in termini di sicurezza e dove i taxi volanti abbiano cominciato a svolgere il loro lavoro, tra merci e servizi sanitari. Insomma, un futuro molto diverso rispetto al presente».

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