Volkswagen, 2016 da record nonostante il Dieselgate

Mentre negli Stati Uniti il Gruppo di Wolfsburg aggiunge altri 4,3 miliardi di risarcimento, globalmente le vendite toccano picchi mai raggiunti: 10,3 milioni di veicoli
Volkswagen, 2016 da record nonostante il Dieselgate
Pasquale Di Santillo
7 min

DETROIT - Per il Gruppo Volkswagen si potrebbe utilizzare, adattandolo, quel famoso slogan di una nota marca di caffè: più lo mandi giù e più si tira su. Mentre la Procura di Detroit fa arrestare un alto dirigente, tale Schmidt, di ritorno da una vacanza a Miami accusato di essere coinvolto nel Dieselgate. Mentre le autorità americane minacciano lo stesso provvedimento per chiunque dell’attuale dirigenza VW, ma legato alla vecchia, voglia arrivare su territorio americano; ecco che, puntuali, arrivano i numeri del 2016 e così scopri che a 16 mesi dallo scoppio dello scandalo con una pressione mediatica paurosa e un danno di immagine incalcolabile, il Gruppo Volkswagen centra il suo anno record con 10,3 milioni di auto vendute. Un +3,8% rispetto all’anno precedente (solo a dicembre 933.000 veicoli venduti, +11,8%. E nello stesso giorno dell’annuncio arriva la conferma della chiusura del patteggiamento con il dipartimento di giustizia americano per le cause civili e penali relative al dieselgate. La somma confermata da VW è di 4,4 miliardi di dollari che vanno ad aggiungersi ai 15 già concordati per sanare una class action.

PARADOSSI - Ma andiamo con ordine. I numeri di vendita sono figli quasi certamente della intelligente politica di promozioni, sconti e investimenti di marketing e pubblicità, indispensabili per “parare” la perdita causata dallo scandalo. In definitiva VW ha rinunciato ad una parte dei suoi margini di profitto per tenere alte le vendite. Ma il paradosso resta, ed è gigantesco. Paradosso che potrebbe essere superato solo dalla conquista del primato tra i costruttori mondiali su Toyota (che comunicherà i suoi dati a febbraio ma la proiezione parla di 10,01 milioni di vendite ndr) proprio nell’anno meno atteso dopo un sorpasso sempre fallito. Oppure dal contributo decisivo ad uno (o entrambe) di questi record dai motori diesel. Più avanti sapremo

FIDUCIA - Matthias Müller, CEO del Gruppo Volkswagen, ha commentato così i risultati positivi del Gruppo: «Il 2016 è stato un anno molto impegnativo per noi. Abbiamo fatto passi avanti nella risoluzione e nel superamento della tematica diesel e, allo stesso tempo, abbiamo dato il via a un processo di cambiamento fondamentale con la “Together – Strategy 2025” per preparare Volkswagen al futuro della mobilitaà. Nondimeno, siamo riusciti a stabilizzare l’operatività? aziendale in condizioni non facili: l’aver consegnato più di 10 milioni di veicoli l’anno scorso rafforza il Gruppo e le sue Marche per il futuro».

SUDDIVISIONE - Nell’intero 2016 le marche del Gruppo Volkswagen in Europa hanno totalizzato 4,2 milioni di unità (+4,0%). In Europa Occidentale le consegne VW sono cresciute del 9,2%. Nello stesso periodo l’Azienda ha registrato una crescita consistente nel Regno Unito, in Italia e in Francia. Crescita ancora più consistente nella regione Asia Pacifico (+9,7%) con 4,3 milioni di veicoli, con la Cina superstar con 4 milioni di pezzi (e +12,2%). Il paradosso si fa sentire ancora di più in Nord America con 939.100 nuovi veicoli (+0,8%) e dove gli gli Stati Uniti con +16,1% hanno contribuito in maniera decisiva al trend positivo.

STRATEGIE - «Nel 2017 - continua Muller - intensificheremo i nostri sforzi nei maggiori settori tecnologici del futuro, nella mobilità elettrica, nei veicoli a guida autonoma, nella digitalizzazione dei nostri prodotti e di tuttoil Gruppo. Allo stesso tempo, tuttavia, non trascureremo il core business attuale. I brand del nostro Gruppo lanceranno quasi 60 nuovi prodotti quest’anno. Oltre a concept completamente nuovi, tra cui molti dei modelli chiave dei Brand come le nuove Volkswagen Polo e Touareg, ŠKODA Yeti, SEAT Ibiza, Porsche Cayenne, Audi A8 e Bentley Continental GT. Stiamo anche proseguendo sistematicamente con l’offensiva elettrica e lanceremo più di 10 nuovi modelli a trazione elettrica nel biennio 2017-2018».

NODO - La coincidenza come sempre non sembra proprio casuale. Record più accordo con il dipartimento di giustizia americano sembrano calibrati ad orologeria. Eppure l’accordo era atteso. Volkswagen ad ottobre scorso avevano chiuso un’intesa per la sanzione da pagare ad una class action per il Dieselgate, la frode del defeat device, il dispositivo che faceva diminuire le emissioni di CO2 e NoX con 11 milioni di veicoli coinvolti: 14,5 miliardi di dollari compresa la riacquisizione di 75.000 modelli “incriminati”. Ora sI aggiungono altri 4,3 miliardi nella speranza di mettere una parola definitiva sopra tutta la vicenda. Come era nelle intenzioni della dirigenza VW, anticipando così l’arrivo della nuova amministrazione Trump (che verrà “incoronato” presidente il 20 gennaio) e soprattutto evitare che tutta la vicenda venisse spostata ai nuovi funzionari governativi (l’EPA, l’ente che ha scoperto il Dieselgate è un’agenzia governativa Usa e quindi tutti i funzionari sono nominati dall’amministrazione...) con il rischio di dover ridiscutere l’intera vicenda da capo, con la possibilità che Trump e i suoi potessero alzare la posta in gioco e insieme la sanzione, fedeli all’impostazione protezionistica, già abbastanza delineata. L'accordo dunque arriva con un tempismo da applausi anche se è ancora soggetto all'approvazione del consiglio di sorveglianza della casa automobilistica, che lo valuterà nelle prossime ore, come del resto - precisa sempre VW - va approvato anche dalle autorità Usa e dai tribunali competenti in America. Tra la prima sanzione e questo accordo si arriva a oltre 19 miliardi di dollari ai quali vanno aggiunti oneri finanziari e che quindi supereranno gli attuali accantonamenti (18,2 miliardi). Sempre secondo VW l'impatto sui conti "non è definito" al momento e nell'accordo anche la nomina, da parte del dipartimento di Giustizia Usa e dalla dogana, di un autorità che controllerà le attività di Volkswagen per tre anni. Secondo alcuni analisti, con 33 miliardi di liquido netto in cassa a settembre 2016 Volkswagen è comunque in grado di far fronte alla situazione, a patto che non spunti fuori qualche altra rivendicazione e che l’Europa continui nel suo profilo di quasi indifferenza alla vicenda, in modo da fare media tra un eccesso e l’altro. Al di là delle colpe, evidenti (e ammesse) del Gruppo VW per una frode senza giustificazioni e delle più che legittime ragioni degli americani a difendere ad oltranza leggi che tutelano consumatori e concorrenza. Potrebbe essere arrivato il momento per chiudere la vicenda in maniera definitiva, o no?


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