La svolta elettrica parte dal Salone di Francoforte

Il mondo dell'auto sta vivendo una nuova rivoluzione industriale, guidata dai padroni di casa Bmw, Mercedes e Volkswagen
La svolta elettrica parte dal Salone di Francoforte
Pasquale Di Santillo
5 min

FRANCOFORTE. Doveva arrivare, ed è arrivata, la svolta elettrica. Nel posto giusto, perché è da qui, da Francoforte che due anni fa si scatenò la tempesta del dieselgate capace di sconvolgere il modo di concepire l’auto per come eravamo abituati. E nell’unica maniera possibile, cioè nel complesso dilemma di dover conciliare gli investimenti impressionanti, per rivoluzionare l’industria automobilistica nell’ottica della mobilità ad emissioni zero e al tempo stesso garantire una transizione serena a tutta l’attuale organizzazione che durerà tra i 10 e i 20 anni. Durante la quale le macchine continueranno ad essere vendute come ora, diesel e benzina. Così, mentre la Merkel e Juncker (commissario UE) mandano messaggi chiari e al tempo stesso comprensivi («l’industria dell’auto deve restare competitiva, ma vogliamo anche aria pulita e mobilità per le persone»), i costruttori chiedono alla stessa Unione Europea il rinvio al 2030 dell’abbassamento del 20% delle emissioni di CO2, previsto per il 2021. Anche per consentire l’adeguamento delle infrastrutture relative, assolutamente inesistenti o quasi. Costruttori che per mettersi nelle condizioni di essere ascoltati a Francoforte si sono esibiti in una delle più clamorose offensive, tra investimenti e prodotti, alla quale si sia assistito nell’automotive.

RIVOLUZIONE. Una sorta di rivoluzione industriale 3.0 avviata dalla notizia clamorosa della Smart che dal 2022 (in tutto il mondo, dal 2020 in Italia) diventerà il primo brand europeo totalmente ed esclusivamente elettrico. Un input preciso che arriva dal marchio che domina le nostri grande città, un messaggio chiaro per una mobilità sostenibile, davvero realizzabile. Una sfida, una scommessa che va oltre la vendita delle macchine, perchè di fatto finirà per costringere, pressare le istituzioni, governi e comuni, ad accelerare quel processo di modernizzazione indispensabile per rendere davvero realizzabile la diffusione delle auto elettriche con le colonnine di ricarica. E per completare il quadro Smart-Mercedes, il n.1 Zetsche con accanto al prototipo Smart EQ Vision e alla Mercedes EQA (il concept della Classe A elettrica) ha annunciato investimenti sull’elettrico di 10 miliardi in 10 anni, promettendo che «per il 2022 la Casa della Stella avrà almeno 50 versioni elettriche dei suoi modelli, in pratica uno per ogni gamma».

ATTACCO. La risposta Volkswagen non si è fatta attendere e ha, se possibile, dimensioni ancora più impressionanti, con il lancio della ”Roadmap E” che tradotta in termini pratici equivale a: 80 nuovi veicoli elettrici entro il 2025 tra tutti i brand del Gruppo VW. Un portafoglio ad emissioni zero che entro il 2030 diventerà di 300 unità, una versione elettrificata per ognuno dei 300 modelli. Il primo grande gruppo capace di mettere una data all’elettrificazione totale della propria gamma. E per fare questo il n.1 di VW, Müller ha stanziato 70 miliardi, 20 per l’industrializzazione della mobilità elettrica e 50 per realizzare 4 gigafabbriche di celle per batterie: «La trasformazione del nostro settore non si può arrestare, e noi la guideremo» - ha concluso Müller.

CONVERSIONE. E mentre Audi presenta due concept, a guida autonoma rispettivamente di livello 4 e 5 e con tre e quattro motori elettrici, l’Elaine e l’Aicon, anche l’altro colosso tedesco, BMW è iperattivo sul fronte elettrico. Oltre all’i3s e i8 a Francoforte è stato presentata la futura i5, la iVision Dynamic, concept di berlina medio-grande che insieme al suv x7 iPerformance (ibrido) rappresenta il pacchetto di innovazioni che porteranno BMW a vendere 100.000 vetture elet-trificate all’anno che nel 2025 diventeranno il 15-20% delle vendite complessive, con 25 modelli in gamma, 12 a zero emissioni. Compreso il concept elettrico di Mini che arriverà nel 2019. Considerando che Volvo dal 2019 ha deciso di produrre vetture solo a propulsione parzialmente o totalmente elettrica, che Jaguar Land Rover farà lo stesso con i suoi SUV sempre dal 2019, che la Norvegia bandirà benzina e diesel dal 2025, Francia e Germania dal 2040, è evidente che la svolta è davvero arrivata. E se anche il percorso è ancora lungo almeno è stato avviato seriamente.


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