ROMA - Da Ginevra a Parigi, dalla Svizzera alla Francia. Un viaggio e un intervallo di tempo in cui Ferrari ha abbattuto un altro paio di dogmi legati alla sua produzione di serie. Niente paura, al Salone di Parigi non vedremo una vettura del Cavallino Rampante fatta a forma di SUV e nemmeno con il motore diesel. Alla kermesse parigina, tuttavia, debutterà la Ferrari GTC4Lusso T, cioè una versione “semplificata” delle quattro posti di Maranello. Al posto del 6.2 V12 aspirato c’è il 3.9 V8 bi-turbo già montato sulla California T e sulla 488 GTB, mentre la trazione non è più integrale ma solo posteriore. La combinazione di questi due elementi fa sì che i consumi scendano da 15,3 a 11,6 L/100 km, mentre le emissioni di CO2 calano da 350 a 265 g per chilometro.
Le prestazioni, invece, sono solo lievemente peggiorate, ammesso che ci si possa rendere conto di uno scatto da fermo (0-100 km/h) passato da 3,4 a 3,5 secondi e di una velocità massima che da 335 km/h cala a “oltre 320 km/h”. Del resto è vero che la potenza scende da 690 a 610 CV - i 670 CV del motore della 488 GTB sarebbero stati troppi per differenziare i due modelli – ma la coppia sale da 697 a 760 Nm e viene raggiunta quasi con 3.000 giri di anticipo (a 3.000 giri la V8, contro i 5.750 giri della V12). Questo dovrebbe assicurare una migliore godibilità e agilità su strada, dove l’ago del contagiri non schizza sempre alle stelle come in pista, anche grazie al risparmio di peso di 50 kg portato dalla rinuncia alle quattro ruote motrici che ha permesso di montare il motore più in basso e di avere una distribuzione dei pesi sui due assali più favorevole: 46:54.
Viene mantenuto, invece, il sistema delle ruote posteriori sterzanti (4WS) che è integrato con l’ultima evoluzione dei controlli elettronici delle le sospensioni SCM-E, l’ESP 9.0 e la terza generazione del Side Slip Control (SSC3). Tornando ai dogmi abbattuti, la GT4Lusso T è la prima Ferrari V8 a quattro posti (escludendo la Mondial e la Dino 308 GT4 che erano delle 2+2), ma soprattutto è la prima Ferrari disponibile con due motori diversi. Una scelta fatta per andare incontro a chi cerca “sportività, versatilità e anche autonomia”, ma che porterà probabilmente anche ad un aumento della produzione, arrivando a numeri sempre più vicini alle 10.000 auto all’anno ipotizzate da Marchionne e sempre più lontani dal tetto attuale delle 7.000.