L'auto torna in attacco: «PSA è pronta a tutto»

Intervista a Massimo Roserba, Direttore Generale del Gruppo PSA in Italia: « La transizione energetica è vicina e noi possiamo montare qualsiasi genere di motore sulla stessa piattaforma: benzina, Diesel, elettrico e ibrido plug-in»
Pasquale Di Santillo
6 min

La resistenza è un esercizio della mente, prima che fisico. E solo chi fa sport estremi sa cosa significa. Massimo Roserba, 50 anni, pescarese doc, è un maratoneta. Da Direttore Generale del Gruppo PSA in Italia, da più di due anni e mezzo corre per completare il rilancio di un Gruppo, il francese PSA - che dall’1 settembre gestisce a tutti gli effetti anche Opel - solo quattro anni fa in grande difficoltà. Tutto l’opposto dell’esplosione di modelli e tecnologia avanzata esibiti al Salone di Parigi dalla triade Peugeot, Citroën e DS. Il momento giusto per fare un primo bilancio.

«Stiamo crescendo come presenza sul mercato, siamo oltre il 10,5% di quota con Peugeot Citroën e DS. E con l’aggiunta di Opel siamo il primo gruppo in italia dopo FCA. A settembre, siamo saliti al 16%, compresi i commerciali. E cresciamo anche come performance finanziaria. Sono soddisfatto, perché l’Italia è diventato un mercato importante per un gruppo straniero che crea lavoro. Oltre ai nostri dipendenti, abbiamo 4.000 persone impiegate nell’indotto e 400 aziende fornitrici, di cui 50 direttamente con il Gruppo PSA. Un bene per il Paese».

Come vede questa transizione energetica: dal Diesel all’elettrico? «Ci siamo, tra 13 mesi, ecco il 2020, con le nuove regole. È un battito di ciglia, dal punto di vista del mercato. Dobbiamo essere pronti e noi lo siamo. Qui a Parigi, abbiamo un’offerta globale tra plug-in hybrid e elettriche pure. Dalla Peugeot 508 che presentiamo in anteprima come sw, che avrà la versione plug-in ibrida dalla seconda meta 2019, alla 3008 sempre plug in ibrida con gli stessi tempi di lancio, poi Citroën C5 Aircross Hybrid plug-in che invece arriverà nel 2020 e infine la DS3 Crossback nel 2019, anche full electric nel secondo semestre. Il prossimo anno vogliamo mettere le basi per il 2020».

Qual è la posizione di PSA sul Diesel? «Noi stiamo lavorando su piattaforme multienergy che possono ospitare tutte le tipologie di motori e garantire la transizione energetica. Possiamo montare qualsiasi genere di motore sulla stessa piattaforma: benzina, Diesel, elettrico e ibrido plug-in. Questo significa che potremo disporre di una flessibilità notevole e muoverci a livello produttivo a seconda delle richieste dei Paesi dell’UE per dare la vettura giusta a ogni mercato. Il nord è molto più elettrificato del sud. La nostra situazione infrastrutturale è ancora arretrata. Il mercato del nostro elettrico è molto piccolo e se anche crescesse di 5 volte, le previsioni degli analisti dicono che nel 2021 non supererà le 25.000 vetture, cioè l’1% del mercato totale. Il Diesel ora ha emissioni di Co2 mediamente inferiori rispetto al miglior motore a benzina che è il nostro Pure Tech, premiato da 4 anni. E’ un problema strutturale: quando detraggo Diesel, aumento emissioni di CO2 con i benzina, anche se posso compensare con i plug-in Hybrid - i nostri vanno tutti sotto i 50 gr/kmn di emissioni di Co2 -. Ma poi c’è il problema della circolazione dei centri abitati e qui il nodo sono le emissioni di polveri sottili, dove sono avvantaggiati i motori a benzina. Bisogna mettere insieme le due cose. I cittadini potrebbero virare sull’elettrico ma non hanno le infrastrutture di ricarica. Gli viene impedito di circolare col Diesel che però ha problemi con le polveri sottili. Così lo indirizziamo sul benzina che non è quello che vuole l’UE perchè così aumenta la CO2. Siamo tutti prigionieri di un paradosso, in mezzo al guado. Guardiamo l’evoluzione per essere pronti ad offrire qualsiasi motorizzazione prenda una velocità inaspettata».

Condivide la politica UNRAE sul Diesel? «L’approccio lobbistico non porta da nessuna parte, la transizione energetica va gestita con i prodotti giusti. La produzione di una nuova vettura ha una gestazione 36-48 mesi fino al lancio. Se noi ogni anno riusciremo a lanciare (l’obiettivo dell’azienda è avere tutta la gamma elettrificata entro il 2025) un modello ibrido plug-in o elettrico all’anno per ogni singolo brand, in tutto 15, significherà che la ricerca è stata già tutta fatta. Non possiamo aspettare di capire se e chi si mette d’accordo con chi».

Come interpreta la pesante frenata del mercato a settembre? «Intanto, andrebbe considerato l’ultimo trimestre per capire realmente com’è andato il mercato. Lo sforzo fatto in estate, soprattutto da alcune Case, non da noi, per rientrare nelle norme dall’1 settembre (l’omologazione WLTP, euro 6 dtemp) ha portato la rete ad essere un po’ troppo carica di vetture. Noi siamo stati attenti a non perdere terreno e a seguire il mercato e questo ci ha avvantaggiati a settembre. Ora, con l’eliminazione dell’Euro 6, vedremo quanto quella tipologia di macchine influiva sulle autoimmatricolazioni a chilometri zero. Una “pulizia” necessaria per rimettere il mercato su numeri coerenti con la sua potenzialità».

In quanto a mobilità alternativa, PSA si è portata avanti anche con Free2Move. «Il Gruppo ha capito che l’auto stava subendo una rivoluzione, dalla proprietà al pay per use, sia come car sharing che come noleggio lungo termine. Abbiamo messo un piede in un mondo che non era nostro, stiamo imparando per essere anche qui pronti a trasformarci da costruttori di automobili a distributori di mobilità».

Come procede l’integrazione con Opel? «Ci stiamo organizzando in quanto gruppo. Le prime vetture Opel che lanceremo, un segmento B e un B Suv verranno prodotte sulle stesse piattaforme B e B Suv di PSA, l’ integrazione di fatto è già pianificata e sarà molto veloce. Nel rispetto dell’appartenenza e caratterizzazione del singolo brand».


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