Alfa Romeo, i 105 anni del Biscione, terza parte

Dagli anni '80 ad oggi, la storia di Alfa Romeo nell'anniversario del marchio.
Alfa Romeo, i 105 anni del Biscione, terza parte
Francesco Colla
5 min

Qualcuno la ricorda con affetto, altri con una certa inquietudine; nessuno nel bene o nel male l’ha dimenticata. Impossibile del resto, scordare l’Arna (Alfa Romeo Nissan Autoveicoli), probabilmente il progetto più controverso nei 105 anni di storia del Biscione, nato all'inizio degli anni '80 per mantenere a pieno regime la produzione nello stabilimento di Pomigliano e per inserirsi nel segmento di mercato inferiore a quello dell’Alfasud. Un’utilitaria targata Alfa Romeo, per farla breve, realizzata in collaborazione con Nissan.  

Un passo falso: il modello, presentato al Salone di Francoforte dell’83, rimane in produzione solo fino all’87. Ma gli anni ’80 furono un decennio anche di grandi soddisfazioni per l’Alfa Romeo: una delle maggiori derivò dall’Alfa 33. Erede dell’Alfasud, da cui eredita lo schema meccanico di massima abbinato a una linea moderna due volumi e mezzo. In grado di accontentare un range molto ampio di clientela, la vettura è una delle più longeve e fortunate del marchio: la nuova media Alfa viene realizzata in tre successive e numerose versioni, tra cui 1.5 Quadrifoglio Verde (in grado di raggiungere i 185 orari) e la Giardinetta.

1975: Alfa festeggia i tre quarti di secolo e per celebrare il traguardo viene presentata l’Alfa 75, altro grande successo commerciale e ultimo modello a trazione posteriore. La produzione continua fino al ’92: meritano di essere ricordate la versione Turbo, la Milano, destinata al mercato USA, la 2.0 Twin Spark, la 3.0 V6, la 1.8 Turbo Quadrifoglio Verde e la 2.0 Turbodiesel. Il 75° compleanno segna anche la fine di un’era: i conti dell’azienda sono da tempo in rossi, così nel 1986 Finmeccanica cede l'Alfa Romeo al gruppo FIAT che la concentra insieme a Lancia in un nuovo raggruppamento denominato Alfa Lancia S.p.A. L’anno successivo il Centro Stile viene spostato nel complesso industriale di Arese, direttore Walter de' Silva: dai progetti dei designer del centro usciranno la 145, prototipi quali Proteo e Nuvola, la 156, la 147 e la stessa MiTo.

Il primo modello dell’era Fiat è la 164, berlina top di gamma svelata nell’88 e destinata a diventare il simbolo dell’Alfa a cavallo tra ’80 e ’90: disegnata da Pininfarina riscuote successo anche negli USA per cui vengono sviluppate apposite versioni. La 164 è un’ammiraglia in tutti i sensi e anche le prestazioni sono degne del pedigree sportivo del Biscione: indimenticabile il motore V6 turbo 24 valvole da 232 cv, in grado di spingere il modello a oltre 240 orari. 

Gli anni 90 si aprono all’insegna della sportività: nel ’92 viene presentata l’erede della 75, l’Alfa 155, che nella versione V6 TI trionfa nel campionato italiano Superturismo, nel DTM tedesco, nel BTCC inglese e nel CET spagnolo. Nel ’95 arriva anche l’erede della 33, la 145, primo modello nato al Centro Stile di Arese: un’auto dal design dirompente, che unisce una nuova formula architettonica ai canoni stilistici del marchio e alla sportività tipica dei motori Alfa grazie al nuovo 4 cilindri Twin Spark 16 valvole. 

Alfa Romeo, i 105 anni del Biscione, seconda parte, dalla Giulia all'Alfetta

 

Ma l’essenza sportiva del Biscione viene ribadita da due progetti ambiziosi, la GTV e la Spider: presentate al Salone di Ginevra del ’94 vogliono idealmente portare la tradizione del Duetto verso il nuovo millennio. Pur ricevendo una buona accoglienza sono modelli di nicchia e l’auto che proietta la Casa verso il 2000 è la 156, uno dei progetti più apprezzati della storia Alfa che porta al debutto soluzioni innovative come il sistema Common-Rail sui motori diesel, il cambio sequenziale Selespeed ereditato dal mondo delle corse e le sospensioni anteriori a quadrilatero alto. I volumi di vendita, i successi in pista nel CIS con Giovanardi e lo scettro di Auto dell’Anno 1998 fanno della 156 un rilevante capitolo della storia a motore contemporanea. 


Sul finire dello scorso millennio la 164 va in pensione, sostituita dalla nuova ammiraglia, la 166, mentre debutta una delle prime famigliari sportive sul mercato, la 156 Sportwagon, contribuendo a creare quello che poi sarebbe diventato un fiorente segmento. Anno 2000, arriva la 147, che mette a segno la doppietta Volante d’Oro – Auto dell’Anno, oltre a regalare al marchio nuovi successi nel campionato europeo touring.

Il resto è storia recente: la GT e la Brera, simbolo di un cuore sportivo sempre palpitante, la MiTo compatta sportiva che dal 2008 macina successi di vendita, la nuova Giulietta che nel 2010 ribadisce il DNA Alfa allo scadere del fatidico centenario. Poi un lungo sonno, prima del rilancio, con la 4C Coupé e Spider che riattizza i bollori degli alfisti di tutto il mondo e finalmente la Giulia, ultima rede della Gens Giulia, cui spetta il non facile compito di diventare la nuova fidanzata degli italiani.   


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