Speciale Land Rover Defender: dura e pura sempre

Dal numero di luglio di AM la storia del fuoristrada per eccellenza. Che dopo 67 anni si appresta a uscire di scena a testa alta
Speciale Land Rover Defender: dura e pura sempre
Alberto Sarasini
7 min

E' il primissimo dopoguerra, 1947 per la precisione, e sono soprattutto fantasia e necessità congiunte a dettare l’agenda della ricostruzione industriale, più che una razionale pianificazione. Al reparto progettazione Rover, in stretta difficoltà finanziaria, si decide di ideare un’agile 4x4 dai costi contenuti e fortemente polivalente, ideale anche per l’esportazione: la base di partenza è una delle Jeep Willys sopravvissute al conflitto, il telaio a longheroni in acciaio è realizzato riciclando fogli di acciaio piegati a mano per evitare la spesa ingente delle stampatrici a “U”, mentre per la carrozzeria si sceglie l’economicissimo (allora) alluminio in lastra, eredità delle commesse aeronautiche belliche terminate con la fine del conflitto mondiale. Nasce così la prima Land Rover, modello che di fatto riuscirà nell’impresa storica di donare la propria denominazione ad un’intera marca nonché di sopravvivere per ben 67 anni: la produzione Defender sarà terminata alla fine di quest’anno, dopo una carriera a dir poco iconica. Il primo modello vede la luce ufficialmente l’11 marzo 1948, viene subito apprezzato anche all’estero anche perché tra le opzioni offerte dalla Casa rientra una serie di personalizzazioni di notevole interesse per la ricostruzione: rimorchi, aratri ed ogni altro genere di costruzione specifica. Solo l’anno successivo, il Ministero della Difesa ne ordina 1878 esemplari: sufficienti per investire significativamente sul modello, ormai uscito dal ruolo di scommessa commerciale ed entrato con autorevolezza nella fase di fulgida realtà industriale. Tanto che nei primi anni ‘50 ne inizia l’esportazione anche oltreoceano, in America. Nel 1951 la Land Rover riceve una prima modifica, col passo che sale da 80” ad 86” e la capacità di carico cresce del 25%; sono poi introdotti tetto tropicale (doppio tetto con intercapedine ventilata) e vetri alpini, mentre alla versione normale si affiancano autocarro cabinato e Station Wagon. A richiesta, allestimento De Luxe con radio e riscaldamento.

NELL’84 DEBUTTANO I FINESTRINI A DISCESA - È del 1957 l’arrivo della prima motorizzazione diesel, due litri, che contraddistingue la Series II del modello; con quest’unità il passo corto cresce ulteriormente a 88”, mentre la variante lunga sale a 109”; sono maggiorate anche le carreggiate, il che si traduce nella modifica alla carrozzeria con le caratteristiche bombature laterali. Prosegue intanto la fitta collaborazione tra Rover ed organizzazioni governative, che dà origine tra le altre alla variante leggera “Half Tonne” (1968) dotata di carrozzeria a pannelli asportabili. Nel 1971 avviene il lancio della Land Rover Series III: i proiettori principali vengono spostati più esternamente rispetto alla mascherina, direttamente sugli squadrati passaruota, mentre internamente il tono dell’allestimento sale considerevolmente con plancia imbottita, pannello strumenti rinnovato e comandi riscaldamento più funzionali. Il cambio guadagna i sincronizzatori su tutte le marce. Nel 1978 si registra poi l’introduzione in piccola serie della versione V8 (prevalentemente a passo lungo), unità a bassa compressione derivata da quella della Range Rover, combinata alla trazione del tipo integrale permanente. Il Pick- Up nasce invece nel 1981, contraddistinto da una maggior larghezza e dotato di piano di carico da due metri. Nasce inoltre l’allestimento “County” per la variante Station Wagon: la Land Rover piace sempre più al di fuori dell’esigenza di pura mobilità. Nel 1983 arriva la One Ten, sempre SW, basata su telaio Range (più robusto), insieme a parabrezza in un solo pezzo, finestrini scorrevoli anteriori ed archi passaruota maggiorati per ospitare gli assali ulteriormente maggiorati; la corrispondente versione a passo corto è dell’84 e viene denominata Ninety. Nello stesso anno arrivano pure i finestrini a discesa, grazie all’introduzione di portiere di nuovo disegno in un solo pezzo. Contemporaneamente viene presentata la versione pick-up doppia cabina (Crew Cab) a passo lungo, Land Rover 127, realizzata con pochi componenti nuovi grazie alla modularità del modello, che in virtù della notevole capacità di carico combinata alla versatilità di allestimento permette di adattarsi al meglio alle esigenze specifiche delle compagnie di servizi. Non meno importante, arriva il primo diesel turbocompresso (86 cv), più potente del 30%: è il 1986. Assieme, figurano pure serrature a pulsante e nuovi rivestimenti interni.

MOTORE V8 PER GLI USA  - Non più semplicemente Land Rover: il 1990 fa segnare lo storico passaggio di identità di marca, che culmina con l’adozione della denominazione Defender per differenziare questo specifico veicolo nella gamma sempre più ricca di altri modelli. Si tratta di una forte evoluzione, tanto più combinata all’arrivo del popolare turbodiesel 200 Tdi di 2.5 litri (107 cv) ad iniezione diretta (presente anche sulla Discovery), assai più performante oltreché assai più parco nei consumi. Le varianti di carrozzeria sono identificate attraverso le consuete misure del passo (in pollici), nel frattempo consolidate nelle varianti 90 (passo corto), 110 (Station Wagon) e Pick-Up Crew Cab (130). L’evoluzione della vettura è premiata da un’ulteriore crescita di consenso; la gamma County è ampliata ed arricchita (arrivano pure le vernici metallizzate), mentre nel 1992 nasce un’edizione limitata della Defender 110 con motore V8 iniezione di 3.5 litri: riservata agli USA anche per sottolineare la nascita della Land Rover divisione Nord America, si distingue tra l’altro per la caratteristica “roll cage” esterna.

CAMBIO A SEI MARCE CON RIDUTTORE  - Il 1998 vede l’introduzione di un turbodiesel totalmente nuovo, il Td5 a cinque cilindri sempre di 2.5 litri (122 cv) dotato di elettronica di gestione dell’alimentazione; sempre in chiave di... “chip”, debuttano ABS e controllo elettronico della trazione. Ulteriore, deciso step evolutivo della Defender vede la luce nel 2007, con l’introduzione in particolare del propulsore diesel Ford Puma di 2.4 litri a quattro cilindri (122 cv), sempre ad iniezione diretta, ma adattato all’uso in fuoristrada nelle condizioni più gravose e difficili. Debutta inoltre il cambio manuale a sei rapporti, che offre tra l’altro una combinazione di velocità più versatile col riduttore innestato e maggior confort nei trasferimenti autostradali grazie all’ultimo rapporto più lungo. La linea è però sempre quella, appena ritoccata dalla presenza della bombatura sul cofano necessaria per ospitare il nuovo diesel; si susseguono varianti speciali contraddistinte da allestimenti particolarmente ricchi e ricercati (SVX, Fire, Ice). Nel 2012 nuovo, ulteriore motore a gasolio, variante di 2.2 litri (sempre 122 cv) che riesce a rispettare la normativa Euro 5. Il canto del cigno dell’attuale Defender arriverà entro la fine anno attraverso le versioni celebrative Heritage, Adventure e Autobiography, che ne chiuderanno la produzione.

 

Non perdere il numero di agosto di AM, in edicola dal primo sabato del mese.


© RIPRODUZIONE RISERVATA