(ANSA) - ROMA, 21 GEN - "Mai avrei immaginato che di uno
spettacolo si potesse specificare 'in presenza'. Si, ora
esistono lo streaming, i social, le piattaforme. Ma sono
palliativi. Il teatro è socialità. E' un palcoscenico e una
sala, possibilmente gremita". Parola di Tullio Solenghi, che
proprio in questa stagione di sipari forzatamente abbassati
festeggia i suoi primi cinquant'anni di carriera. "Era ottobre,
stagione 1970-71, al Teatro Manzoni di Milano - racconta
all'ANSA - Portavamo in scena Madre courage di Bertolt Brecht
con Lina Volonghi. Fu un grande debutto: nel primo tempo facevo
il lacché di Ivette. Nel secondo, il soldato dietro a un
cannone. Quindi - ride - prima muto e poi impallato". Da allora
mezzo secolo in scena, in cui ha sempre coniugato "alto" e
"basso", teatro e tv, grandi autori come Cechov e
l'irresistibile comicità del Trio formato con Anna Marchesini e
Massimo Lopez, la conduzione di Domenica In e Stricia e i talent
come Tale e quale e Ballando con le stelle.
"Quelli con il Trio sono stati 12 anni d'oro - ricorda - Con la
parodia dei Promessi sposi toccammo i 14 milioni di
telespettatori. Prima di allora li faceva solo la nazionale di
calcio". Il futuro? "Avrei l'età del pensionato - scherza - Ho
deciso di accettare solo proposte di qualità, che mi divertono.
A marzo spero di riprendere il teatro. Con Massimo Lopez abbiamo
il nostro show insieme e mi aspetta il reading tratto da Woody
Allen 'Dio è morto e neanche io mi sento tanto bene'".
Con Ballando, intanto, ha scoperto i social, dove è apparso
anche nei tutorial di cucina della moglie Laura Fiandra, chef
vegana. "Era un tributo che le dovevo. E' bello avere complicità
in un settore in cui la regina è lei. Però - assicura - non
voglio rubarle il mestiere. Anche Benedetta Parodi può stare
tranquilla". (ANSA).
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