Le Storie della Tv raccontano Frizzi 'conduttore gentile'
Su Rai Storia i ricordi di Carlucci, Guardì, Conti, Grasso
(ANSA) - ROMA, 20 LUG - "La risata di Fabrizio non era un
espediente teatrale, era un suo modo di essere. Una cosa
spontanea e contagiosa, un aspetto della felicità di vivere".
C'è l'essenza stessa di Fabrizio Frizzi nelle parole di una
collega, e soprattutto amica, come Milly Carlucci che lo
racconta così nella puntata della serie firmata da Enrico
Salvatori, Storie della Tv, proposta da Rai Cultura venerdì 21
luglio in prima tv alle 21.20 su Rai Storia.
"Il conduttore gentile": un titolo che riassume il suo essere
volto di una tv garbata e cordiale e la puntata - curata da
Roberto Fagiolo, con la collaborazione di Ario Giorgino - ne
ripercorre tutta la lunga carriera, punteggiata
dall'inconfondibile sorriso, anche nei momenti difficili:
"raccontare la sua carriera - spiega Enrico Salvatori - vuol
dire anche raccontare un periodo storico della televisione
italiana più recente di quella "classica". E lui sull'esempio di
altri conduttori come Corrado, ha saputo fronteggiare quei tempi
nuovi con un gusto "classico" e famigliare". E Aldo Grasso,
consulente della serie, aggiunge: "Un eterno ragazzo inondato di
simpatia e capace di trasmetterla".
Lo speciale ne segue affettuosamente la carriera - anche
attraverso le testimonianze di colleghi e amici come Michele
Guardì, Marco Danè, Carlo Conti e Debora Caprioglio - a partire
dall'esordio, giovanissimo, con la tv dei ragazzi prima di
passare al sabato sera, con Europa Europa e poi con Scommettiamo
che…? che lo consacra definitivamente tra i conduttori della
Rai, fino ad arrivare ai Soliti ignoti all'Eredità,
attraversando anche generi come la fiction o l'operetta e
passando persino per il volo con le Frecce Tricolori. Senza
dimenticare Miss Italia, 17 edizioni, e la grande sensibilità
nei confronti di chi soffriva, dimostrata nella conduzione di
molti appuntamenti di Telethon e non solo. "Tempo dopo aver
ospitato ai Fatti Vostri il padre di un ragazzo morto per non
essere riuscito a ottenere il trapianto di midollo - ricorda
Michele Guardì - si iscrisse all'Admo, l'associazione dei
donatori, e quando lo chiamarono si prestò a donare il suo
midollo per una ragazza. Questo era Fabrizio". (ANSA).
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