Scommesse: contropiede Aic "problema é generazionale"
Intervista al presidente dell'Assocalciatori sul caso del giorno
(ANSA) - ROMA, 15 APR - "Il problema é generazionale, non dei
calciatori. Il problema sono i nostri ragazzi. Bisogna che il
governo trovi i fondi per campagne di sensibilizzazione ad hoc.
E poi é fondamentale coinvolgere di più i genitori. Perché se
non si agisce prima, dopo i 14-16 anni é già tardi". Spostare
l'attenzione dalla "morbosità" dei media e delle chat
"pubblicate illecitamente" agli "esempi positivi" di chi ha
sbagliato, ma poi si é adoperato per rimediare, é l'obiettivo
dell'Aic, espresso dal presidente Umberto Calcagno, per
minimizzare in futuro gli effetti del gioco d'azzardo in ambito
sportivo.
"Il presupposto é che questi ragazzi hanno un problema di
ludopatia, non hanno commesso illeciti" aggiunge. "Per loro che
agiscono in ambito sportivo - dice ancora Calcagno - la funzione
rieducativa della pena prevista dall'articolo 27 della
Costituzione va addirittura potenziata".
Il riferimento alla Carta non é casuale, bensì la risposta al
ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi, che ha
sollecitato la linea dura contro i giocatori coinvolti, fino
all'esclusione dalla Nazionale. "Chi ha saldato i conti con la
giustizia sportiva deve fare parte del nostro mondo in maniera
completa", sottolinea Calcagno.
Ma il presidente dell'Aic non si ferma qui: "Nel 1982 avevo
12 anni e per me quel Mondiale vinto dall'Italia ha il volto di
Paolo Rossi. Che 'Mundial' sarebbe stato senza di lui? In
precedenza aveva sbagliato e pagato (con due anni di squalifica,
ndr) - ricorda - Recuperare la sua storia all'azzurro fu un
grande valore aggiunto, sportivo e umano".
E' questo un aspetto che sta molto a cuore all'Aic, parlando
di giovani "che investono tanto" nella loro passione e devono
fare i conti "con un ambiente che li valuta solo in base ai
risultati", anche nelle famiglie. (ANSA).
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